La tela della Meloni e il monito del Colle. Si tratta a oltranza: "Cauto ottimismo"

La premier in contatto con i leader Ue. Mattarella: "Pace con i rapporti aperti"

La tela della Meloni e il monito del Colle. Si tratta a oltranza: "Cauto ottimismo"
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Il momento della verità è vicino. I negoziati commerciali continuano sotto traccia per evitare l'entrata in vigore dei "dazi reciproci" tra Stati Uniti ed Europa che Donald Trump aveva annunciato il 2 aprile per sospenderli poi una settimana dopo. In teoria la scadenza sarebbe fissata per la giornata di domani, ma la partita è aperta e il Commissario europeo Valdis Dombrovskis fa sapere che "si punta a un'intesa entro il 9 luglio".

Nel governo ci si trincera dietro i no comment, si fa capire che la trattativa deve rimanere segreta, ma nell'esecutivo circola quello che viene definito come "un cauto ottimismo". I contatti tra i leader europei restano costanti con Giorgia Meloni che nelle ultime ore si è confrontata con Friedrich Merz e Ursula von der Leyen.

L'Unione Europea è il maggior partner commerciale degli Usa: esporta beni per oltre 500 miliardi l'anno e ne importa per oltre 300, un interscambio che rappresenta il 19% di quello complessivo di Washington. Se Bruxelles inizialmente confidava nella cancellazione di tutti i dazi sui prodotti industriali, ora vedrebbe di buon occhio un dazio base del 10% con l'aggiunta di esenzioni che ammorbidiscano il 25% già in vigore sulle auto e il 50% che colpisce acciaio e alluminio. C'è poi la questione più complessa dell'agroalimentare, per l'Italia particolarmente strategico visto che nel 2024 le esportazioni verso gli Stati Uniti hanno toccato i 7 miliardi di euro. Francesco Lollobrigida conta di trovare presto una soluzione diplomatica e dice no ai contro-dazi: "Si finirebbe per pagare due volte, la materia prima e il trasformato. Le guerre commerciali sono completamente insensate".

Auspica una soluzione anche Sergio Mattarella: "Rapporti commerciali aperti, che creano interessi comuni, garantiscono un veicolo di pace. Questa vocazione di pace dell'Unione europea è pienamente condivisa in un momento così drammatico, con tante guerre angosciose". E se Il ministro per gli Affari europei Tommaso Foti rilancia la proposta di un pacchetto di sostegni ai settori produttivi che rischiano di essere più colpiti dai dazi americani come agroalimentare, moda, farmaceutica, acciaio, automotive, il responsabile dei Dipartimenti di Forza Italia Alessandro Cattaneo invita tutti a non evocare scenari apocalittici. "Gli Stati Uniti rappresentano una fetta importante del nostro export, ma certo non è l'unico mercato" dice Cattaneo. "Dazi al 10% sarebbero un peso per la nostra economia, ma non una condanna. Non dobbiamo alimentare paure eccessive. Già con il recupero dell'euro sul dollaro abbiamo oggi alcuni vantaggi. Una moneta forte può aiutarci a minimizzare gli effetti dei dazi".

Sullo sfondo Palazzo Chigi lavora intensamente sulla Conferenza per la Ricostruzione dell'Ucraina, fissata a Roma giovedì e venerdì. Quattro i capisaldi: coinvolgimento del capitale privato; attenzione alla coesione sociale con il reinserimento degli sfollati interni, dei rifugiati e dei veterani nella vita civile; protagonismo degli attori locali e stretta collaborazione con l'Unione europea, così da allineare le istituzioni dell'Ucraina agli standard europei.

E poi la valorizzazione del patrimonio minerario dell'Ucraina oltre al rafforzamento dell'industria della difesa di Kiev attraverso partnership internazionali. A margine della conferenza prevista anche una riunione della Coalizione dei Volenterosi, a cui Giorgia Meloni parteciperà insieme a Zelensky e ad altri leader presenti a Roma.

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