La comunità di Sant'Egidio lo chiede da tempo: sbloccare il cosiddetto «decreto flussi», cioé la quota di migranti regolari di cui ogni anno l'Italia ha (o avrebbe) bisogno per coprire vuoti nel mercato del lavoro. Nell'incontro che il presidente Marco Impagliazzo ha avuto con il premier Conte, in visita alla comunità qualche giorno fa, la richiesta è andata un pochino oltre. Anzitutto, favorire il «ravvedimento operoso di persone che sono rimaste senza permesso di soggiorno», o perché scaduto o perché hanno perduto il lavoro. Immigrati «regolari» diventati clandestini, e dunque svaniti nel nulla. Secondo la stima di Impagliazzo, come è capitato altre volte nel passato, «favorirebbe l'emersione di quasi centomila persone».
Un piano di ri-regolarizzazione sul quale è chiaro che il premier Conte non ha potuto prendere alcun impegno né fare promesse, considerato il suo ruolo anomalo e che la proposta non è presente nel contratto di governo. Eppure la proposta ha fatto qualche passettino in avanti, almeno a Palazzo Chigi, tanto da immaginare un progetto più articolato che modificherebbe la norma del «decreto flussi», così da aiutare anche a risolvere il contenzioso in nuce con la Ue, sollevato dalla Germania, sui cosiddetti «movimenti secondari», ovvero i migranti clandestini che si spostano da un Paese all'altro dell'Unione e che, in base al trattato di Dublino, se pescati dalla polizia e non possono essere rimpatriati dovrebbero essere riportati nel Paese di primo ingresso: quasi sempre, Italia o Grecia.
È da tempo che la comunità di Sant'Egidio chiede di sbloccare il «decreto flussi», in virtù di una rilevata carenza di «assistenti familiari», ovvero le cosiddette badanti. «Il loro numero si sta riducendo, nonostante siano figure professionali molto richieste dalle famiglie italiane», dice il presidente Impagliazzo. Invece, però, il numero di migrazioni consentite è in sensibile calo da anni: se nel 2007 si indicavano come possibili 158mila permessi di lavoro subordinato e 80mila stagionali, l'ultimo di questi decreti pubblicato dalla Gazzetta Ufficiale il 16 gennaio scorso prevedeva complessivamente (settore agricolo, turistico-alberghiero, lavoratori autonomi, conversioni di permessi di studio) soltanto 31mila permessi.
Ecco perché, prevedendo almeno 50mila autorizzazioni per le badanti, la situazione si sbloccherebbe. La novità che ha fatto parlare di una sanatoria predisposta dal governo, sarebbe quella di ammettere alla richiesta di permesso anche i clandestini: sia quelli presenti in Italia, sia quelli di altri Paesi, con l'effetto di un notevole risparmio sui rimpatri e un effetto di «regolarizzazione di massa» di situazioni oggi difficilmente (o non più) controllabili. Secondo il quotidiano La Stampa di ieri, a Palazzo Chigi ci si starebbe ragionando: «Perché dovremmo far arrivare da fuori della forza lavoro di cui abbiamo bisogno, se abbiamo in casa un bacino da cui attingere? Si risparmierebbe tempo e denaro». Considerazioni ragionevoli magari, ma che ancora non sono state sottoposte ai ministri deputati a decidere in merito: in particolare, Di Maio e Salvini.
La proposta, scrive ancora La Stampa, sarebbe passata al vaglio di non meglio precisati «vertici della Lega». Ma dallo staff del ministro Salvini, interpellato dal Giornale, si sottolinea come al momento un'ipotesi del genere sia pura «invenzione: nel contratto di governo non c'è».
Dunque non si esclude che se si trovasse un modo corretto per risolvere il problema, anche in funzione delle dinamiche Ue, una rivoluzione del sistema dei «flussi» ci potrebbe essere. Sempre però in un quadro più ampio di accordi internazionali, e tenendo d'occhio la gestione dell'emergenza.
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