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Un terremoto travolge le sardine: "Non sono un movimento democratico"

La sardina finita nel mirino dei social di Salvini sbatte la porta e se ne va: "Può parlare di tutto Santori? Il progetto non c’è"

Un terremoto travolge le sardine: "Non sono un movimento democratico"

Non è il primo e forse non sarà neppure l'ultimo a lasciare le sardine. Ma stavolta la notizia fa più rumore, perché a fare le valigie e a sbattere la porta in faccia a Santori è Sergio Echamanov, giovane ferrarese di 21 anni diventato suo malgrado famoso per un video in cui veniva preso in giro dalla Bestia di Matteo Salvini. Dopo aver conosciuto da vicino i leader dei pesciolini, ora Sergio ha scelto di fare il grande passo (indietro): "Ho deciso di lasciare le Sardine perché, in base alla mia esperienza, posso dire che non sono un movimento democratico".

Un colpo durissimo per la premiata ditta di Mattia Santori, che domani concluderà in Liguria il tour elettorale per le prossime regionali di settembre. Echamanov era infatti il simbolo della lotta contro la politica del Carroccio. Erano i primi giorni di gennaio, poco prima dell'apertura delle urne in Emilia-Romagna, quando Segio salì sul palco per dire alcune parole sulla situazione politica. A causa della dislessia si incespicò un po', il video venne ripreso dai social della Lega e finì sulla pagina Facebook dell'ex ministro. Ne nacque un caso mediatico e non solo, visto che Sergio si rivolse a Cathy La Torre (ora candidata sindaco a Bologna) per instaurare una battaglia legale contro il leghista e chiedere la rimozione del filmato (la pratica è ancora in corso). Ma soprattutto le sardine lo trasformarono in una sorta di martire: in un video (con Santori e Donnoli in prima linea) dissero pure che per colpa di Salvini il 21enne rischiava di perdere il lavoro. Lui si fece scappare che il suo avvocato gli aveva consigliato di "non lavorare più", circostanza poi smentita dalla stessa legale. Ma ormai è acqua passata.

Quel che resta oggi è l'immagine di uno dei simboli delle sarde che decide di lasciare il mare aperto. Le accuse di Echamanov, lanciate in una intervista al Corriere di Bologna, sono durissime.

"Molte decisioni calate dall’alto avevano già iniziato a farmi storcere il naso ma adesso non ascoltano più nessuno - ha spiegato Sergio - Tante delle iniziative recenti delle Sardine, dalle piantine in piazza Maggiore alle scritte anti-razziste nelle città, non sono state concordate. O quantomeno gli attivisti non vengono contattati per collaborare o partecipare". Sono lamentele già emerse anche altrove, come rivelato in una inchiesta del Giornale.it. Ma stavolta fanno più male.

La decisione di Echamanov arriva da lontano: "I “fantastici 4” (i fondatori, ndr) non ci sono più - ha rivelato - e adesso tutto viene deciso da Santori e un gruppo di fedelissimi. Dall’inizio del lockdown nessuno mi ha più risposto e il livello organizzativo non si è sviluppato. A oggi esistono solo un referente per le questioni di genere e un altro per l’immigrazione. E tutti gli altri temi? Chi parla di sanità? Di economia? Può parlare di tutto Santori? Il progetto non c’è". Troppa confusione. Poca chiarezza sul futuro. Un manifesto valoriale eccessivamente "generico". E poi quegli stati generali annunciati e che "in realtà non si faranno mai". Insomma: la magia si è rotta. "In un primo momento mi sono stati vicini, non posso che confermalo - ha raccontato al Corriere - Ma a poco a poco mi hanno lasciato andare. Come forma di tutela mi consigliavano di non espormi troppo e non fare interviste ma allo stesso tempo poi leggevo cose che hanno iniziato a farmi interrogare. Non ho mai nascosto alcune mie fragilità, le ho espresse anche sui social network, sentirmi dire non 'non va bene se scrivi questo' non mi sta bene. Con un po’ di calma avrei potuto affrontare alcune situazioni. Forse mi hanno sempre visto come una figura non affidabile".

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