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Terroristi, la Consulta si pronuncia sui benefici

Nel pieno delle polemiche intorno al caso di Alfredo Cospito, domani la Corte Costituzionale è chiamata a una decisione su un tema strettamente legato alla vicenda dell'anarco-terrorista in sciopero della fame

Terroristi, la Consulta si pronuncia sui benefici

Nel pieno delle polemiche intorno al caso di Alfredo Cospito, domani la Corte Costituzionale è chiamata a una decisione su un tema strettamente legato alla vicenda dell'anarco-terrorista in sciopero della fame. Si tratta della legittimità costituzionale delle norme che impediscono l'accesso ai benefici penitenziari a una serie di detenuti, tra cui proprio i terroristi, a meno che non abbiano scelto di collaborare con lo Stato: di fatto, la norma equipara terroristi e ex terroristi ai mafiosi.

Il passaggio dell'articolo 4 bis dell'ordinamento penitenziario nel mirino dei ricorsi alla Consulta dice testualmente che «l'assegnazione al lavoro all'esterno, i permessi premio e le misure alternative alla detenzione» possono venire concessi ad alcune categorie di detenuti solo «nei casi in cui tali detenuti e internati collaborino con la giustizia». Nell'elenco dei delitti ci sono l'associazione mafiosa e i reati ad essa collegati, il narcotraffico, il terrorismo, la pedofilia, l'organizzazione del contrabbando e dell'immigrazione clandestina: è un elenco talmente eterogeneo da essere stato accusato di incostituzionalità sia dal tribunale di Perugia che dal giudice di sorveglianza di Avellino. Eccezione fatta per i mafiosi, sarebbe logico - secondo questi ricorsi - che per ottenere i benefici di legge fosse sufficiente l'assenza di collegamenti ancora in corso con le organizzazioni criminali all'esterno, senza pretendere il «pentimento» del detenuto. Se la Consulta accogliesse il ricorso, potrebbero accedere alla semilibertà - per esempio - anche i pochi militanti «irriducibili» delle Brigate Rosse. In futuro la norma si applicherebbe anche a Cospito, ai cui reati la Cassazione ha attribuito finalità terroristica. Come se la sbrigheranno, i giudici costituzionali presieduti da Silvana Sciarra?

Nel frattempo, sempre sul caso Cospito, la Procura di Roma sta eseguendo i primi accertamenti sui documenti relativi agli incontri in carcere tra l'estremista e alcuni esponenti della criminalità organizzata, resi noti in Parlamento dal deputato Giovanni Donzelli, di Fdi.

Nonostante il ministro Carlo Nordio abbia spiegato in aula che si trattava solo di materiale a «circolazione limitata» la Procura ha come ipotesi di reato la violazione del segreto d'ufficio.

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