Testa a testa Salvini-Fitto sulla partita delle bollette

Il vicepremier: "Un errore" la mancata proroga del mercato tutelato. Il ministro: "Non capisco". Cosa accade alle famiglie

Testa a testa Salvini-Fitto sulla partita delle bollette
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Frizioni nella maggioranza sulla mancata proroga del mercato tutelato dell'energia elettrica e del gas. Dal consiglio dei ministri, con l'approvazione del decreto energia non è arrivato alcun rinvio del regime, che pure si era ipotizzato nei mesi scorsi. Il ministro Matteo Salvini parla di «errore», quello degli Affari Ue Raffaele Fitto precisa di non capire le «polemiche politiche», riferendosi chiaramente a quelle dell'alleato. Sono stoccate a distanza su quello che, tuttavia, lo stesso ministro Fitto definisce «un tema serio, che c'è. E il governo se ne occupa», cioè quello di un ipotetico rinvio.

Andiamo con ordine. Le tariffe in bolletta fissate dallo Stato e non dalla concorrenza finiranno, a meno che non vengano ripescate con il decreto milleproroghe, come previsto il 10 gennaio 2024 per il gas e il primo aprile per l'elettricità. Sono 5,5 milioni gli italiani che dal primo aprile dovranno passare al mercato libero dell'energia elettrica, e 6 milioni per il gas, ma le associazioni dei consumatori gridano alla penalizzazione delle famiglie che sarebbero esposte a un aumento dei prezzi di gas e di energia. Il Codacons parla di «scelta scellerata, che avrà conseguenze gravissime sui bilanci degli italiani e che getta dall'oggi al domani nel caos milioni di famiglie che ancora non sono passate al mercato libero».

Fitto ha precisato di aver «parlato con Salvini e la presidente Meloni è più che attenta. Ma non comprendo le polemiche, perché ci si poteva accorgere degli effetti non condivisibili quando sono stati assunti questi provvedimenti».

Per Salvini «è un errore che ci siamo trovati sulla scrivania, figlio di uno degli obiettivi del Pnrr che abbiamo ereditato quando siamo arrivati al governo. Conto che questo governo, con il dialogo e la trattativa con la Commissione europea, riesca a rimediare, contiamo di risolvere il problema senza emendamenti». Il piano, riferisce il vicepremier, è «ridiscuterne tempi e modi. Sono a favore della proroga che deve essere accordata non auto-imposta».

Il Pd attacca, Schelin chiede di «fermare la Meloni sulle bollette», ma il leader di Azione, Carlo Calenda, accusa a sua volta i dem di «strumentalizzazione inaccettabile. La fine del mercato tutelato è una riforma del Pnrr votata anche dal Pd e prevista da Draghi. Fare opposizione così non porta a nulla. Non siamo il collettivo di un liceo di un centro storico».

Che succede agli italiani coinvolti? Chiariamo subito che non ci sarà alcuna interruzione della fornitura. Chi non avrà scelto un operatore nel mercato libero, sarà assegnato al regime transitorio servizio a tutele graduali. Restano in regime di tutela i vulnerabili, ovvero gli over 75 anni in situazione di disagio economico, chi necessita di apparecchiature medico-terapeutiche alimentate dall'energia elettrica, i soggetti con disabilità e altri. Per quanto concerne invece il gas, si entrerà automaticamente nel cosiddetto «Servizio a tutele graduali» (Stg). In questo regime, che dura tre anni, le tariffe per l'energia elettrica saranno fissate dall'Arera e saranno determinate in base al «Pun», il prezzo unico nazionale.

Da parte loro i consumatori non appaiono pronti al cambio di mentalità, secondo un'indagine che Facile.

it ha commissionato agli istituti di ricerca mUp Research e Norstat, sono infatti oltre 13 milioni i cittadini che nemmeno sanno che il servizio di tutela è destinato a chiudere. E quasi sei milioni di utenti non sanno dire se il contratto che hanno attualmente sia nel mercato tutelato o nel libero.

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