Testate piccole e precise per annientare i tank di Kiev

Armi tattiche per colpire il territorio. Lo spettro del razzo "Iskander": può attraversare l'oceano

Testate piccole e precise per annientare i tank di Kiev

Le truppe ucraine con l'appoggio di ricognizione, sorveglianza e intelligence della Nato lanciano una nuova offensiva su Kherson, porta d'ingresso della Crimea occupata dai russi. La città cade in pochi giorni di guerra lampo, come l'attacco su Izyum all'inizio di settembre, e le forze di Kiev si avvicinano alla penisola annessa alla Russia da anni.

Il Cremlino ordina alla flotta nel Mar Nero di lanciare un missile da crociera Kalibr, come già fatto più volte con esplosivo convenzionale, ma armato con una testata nucleare. Un'arma di pochi chilotoni, più debole delle bomba H sganciata su Hiroshima, ma abbastanza devastante da annientare l'avanzata ucraina. Forse è solo fantaguerra e la minaccia nucleare evocata fra le righe dal presidente russo, Vladimir Putin, non diventerà mai tragica realtà. Se non fosse così le forze di Mosca potrebbero impiegare sul fronte ucraino le armi nucleari tattiche con una gittata massima di 500 chilometri. Negli arsenali ne avrebbero 2000 con una potenza massima di 10 chilotoni (Hiroshima ne contava 13). Questo tipo di ordigni può essere anche molto piccolo e meno distruttivo, ma in grado di venire lanciato dall'artiglieria con appositi proiettili. L'arma più micidiale è l'Iskander-M, un lancia missili con una gittata di 400 chilometri, che ha già colpito diversi obiettivi nella guerra in Ucraina con testate convenzionali. I missili, però, possono essere caricati con testate nucleari tattiche o armati con agenti chimici. I russi hanno utilizzato nel Donbass pure i vecchi SS-20, con esplosivo convenzionale, che ai tempi sovietici utilizzavano testate nucleari.

A parte uno scontro diretto con la Nato è fuori discussione l'utilizzo di armi nucleari strategiche come i missili intercontinentali con gittata superiore ai 5.500 chilometri capaci di distruggere intere città nemiche, oltreoceano, con testate atomiche a grappolo. Una guerra che ci porterebbe dritti alla fine del mondo.

Nel 2014, però, la Russia ha cambiato la dottrina militare prevedendo una risposta nucleare non solo di fronte ad una minaccia equivalente. Il Cremlino può decidere di rispondere con il nucleare pure nel caso di «aggressione alla Federazione russa con armi convenzionali che minaccino la sua esistenza». Per questo motivo Putin vuole annettere velocemente le conquiste in Ucraina in maniera tale da rispondere con armi nucleari tattiche se le forze di Kiev riuscissero a liberare i territori occupati. Questo tipo di ordigni sono efficaci per spazzare via centri di comando e controllo o l'avanzata di truppe di fanteria, ma secondo studi americani un po' meno contro le forze corazzate.

La testata più piccola con un solo chilotone deve scoppiare a 90 metri per danneggiare seriamente un carro armato. Durante gli ultimi scontri di confine era stato calcolato che un'arma di 5 chilotoni lanciata dai pachistani avrebbe fatto fuori solo 13 tank di un reggimento corazzato indiano. L'effetto psicologico di un'arma nucleare, seppure con effetti minimi, sarebbe comunque devastante dal punto di vista simbolico e psicologico non solo in Ucraina, ma nel mondo intero.

E potrebbe provocare un maggiore coinvolgimento degli Usa e dalla Nato nel conflitto. Per di più il trattato New Start, ancora valido per cinque anni fra Washington e Mosca, sulla riduzione dei missili strategici, in linea, con gittata oltre i 5.500 chilometri non riguarda le armi nucleari tattiche.

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