«Dedico questa vittoria a zio Paolo (Borsellino). Quando andai via dalla Sicilia mi disse: Prendi la Sicilia e strappala, dimenticala. Oggi ho pensato: Forse questa volta ti sei sbagliato, caro zio Paolo». A parlare è la neo deputata grillina Piera Aiello, la testimone di giustizia che vive sotto copertura per avere svelato i segreti della mafia trapanese. La Aiello, vedova di Nicolò Atria, iniziò a collaborare con Paolo Borsellino dopo l'uccisione del marito. E seguì la sua strada anche la giovanissima cognata, Rita Atria, che si suicidò a 17 anni il 26 luglio del '92, disperata per l'uccisione di Paolo Borsellino, che la considerava un po' come una figlia. «Dopo 27 anni, per la prima volta sono andata a votare in terra di Sicilia, sono uscita dal seggio piangendo. Penso di essermi ripresa la Sicilia a piene mani, quella toltami 27 anni fa», dice la Aiello. Una vittoria che «dedico col cuore a zio Paolo, agli uomini di scorta che mi hanno sempre sostenuta, sono stati la mia famiglia».
Adesso per Piera Aiello la fine, da deputata, della vita nell'ombra: «Si, un altro grande passo è uscire allo scoperto, come stare una vita al buio e rivedere la luce. Ma oggi vedo la luce col sorriso, penso che la Sicilia abbia vinto».
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