Texas, l'errore fatale dell'aviazione Usa

Non comunicò le condanne a carico del killer. Che così ottenne le armi

Texas, l'errore fatale dell'aviazione Usa

Un errore dell'aviazione americana ha spianato la strada allo stragista Devin Kelley. La US Air Force non inserì nel database National Criminal Information Center le informazioni sulla condanna per violenze domestiche che pendeva su l giovane, di fatto consentendogli così di acquistare le armi con cui ha commesso la strage. L'ex militare dell'Air Force, nel 2012, quando era in servizio nella base aerea di Holloman in New Mexico, fu deferito alla Corte marziale perché aveva ripetutamente picchiato, preso a calci e cercato di strozzare la moglie Tessa e fratturato il cranio del figlioletto della donna «con una forza tale da poter portare alla morte o lesioni gravi». Per questa ragione era stato congedato con disonore dall'aviazione e aveva scontato un anno di reclusione. Se quell'informazione fosse stata inserita nel database, avrebbe impedito che l'uomo, 26 anni al momento della strage, acquistasse armi, secondo quanto prevede la legge federale.

Terminato il periodo di reclusione, Kelley, che intanto era stato lasciato dalla prima moglie, fu indagato due volte per abusi contro le donne. Nel 2013 vi fu una denuncia per stupro, poi ritirata, e un'altra per abusi, che fu archiviata come un malinteso. Nel 2014, Kelley sposò Danielle Shields e la coppia andò a vivere in Colorado. Ma quell'estate l'uomo fu condannato con la condizionale per maltrattamenti sugli animali: aveva picchiato ripetutamente sulla testa un cucciolo che teneva legato sotto il sole, senza nemmeno una ciotola d'acqua.

Incapace di mantenere a lungo un lavoro, Kelley scriveva sul suo profilo Linkedin che era stato insegnate di catechismo. Ma negli ultimi tempi aveva sviluppato un'avversione per la religione, tanto che molti avevano rotto l'amicizia con lui su Facebook per gli aggressivi post anti cristiani.

Intanto ieri il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, dalla Corea dove si trova in visita, è tornato sul tema della circolazione delle armi. Rispondendo a chi gli chiedeva se non ritenesse necessario modificare le leggi sul possesso delle armi da fuoco nel suo Paese, Trump ha sostenuto che se ci fosse più controllo sull'accesso alle armi da fuoco i morti nella strage in Texas «avrebbero potuto essere centinaia», perché l'uomo che ha sparato all'assalitore non avrebbe avuto armi a disposizione. Il luogo «con il maggior controllo sulle armi è Chicago ed è un disastro», ha aggiunto il presidente. Già ieri, a Tokyo, aveva detto che la sparatoria è stata causata da «un problema di salute mentale» e non dalle armi, generando polemiche.

Kelley ha ucciso 26 persone durante la

funzione religiosa. Dodici erano bambini. Tra questi anche la figlia del reverendo. All'origine della strage probabilmente i dissidi con la suocera alla quale aveva inviato sms minacciosi prima di aprire il fuoco con un mitra.

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