Guerra in Israele

Torna il rischio islamisti: "Occhio ai lupi solitari". L'appello di Al Qaeda a tutti i musulmani. Il governo: mesi difficili

Quasi 30mila obiettivi sensibili (28.707), 205 dei quali legati a mondo ebraico e a Israele, con rappresentanze diplomatiche e sinagoghe in cima alla lista

Torna il rischio islamisti: "Occhio ai lupi solitari". L'appello di Al Qaeda a tutti i musulmani. Il governo: mesi difficili

Ascolta ora: "Torna il rischio islamisti: "Occhio ai lupi solitari". L'appello di Al Qaeda a tutti i musulmani Il governo: mesi difficili"

Torna il rischio islamisti: "Occhio ai lupi solitari". L'appello di Al Qaeda a tutti i musulmani Il governo: mesi difficili

00:00 / 00:00
100 %

Quasi 30mila obiettivi sensibili (28.707), 205 dei quali legati a mondo ebraico e a Israele, con rappresentanze diplomatiche e sinagoghe in cima alla lista. Il tutto mentre Al Qaeda alza la tensione invitando i musulmani del mondo arabo e di tutto il mondo a colpire obiettivi israeliani e americani. Ma se l'appello firmato Al Qaeda per l'intelligence Usa non è da prendere sottogamba, in Italia a preoccupare di più sono i lupi solitari jihadisti.

Ieri il Comitato per l'ordine e la sicurezza al Viminale ha offerto l'occasione per una ricognizione dei luoghi in Italia sui quali rafforzare le misure di sicurezza. E il vertice tra il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, le forze dell'ordine e l'intelligence è stata la sede per valutare i riflessi nel nostro Paese del conflitto in corso tra Israele e Hamas, oltre che per i potenziali rischi interni per la sicurezza anche dal punto di vista dei flussi migratori. Con una certezza: ci aspettano «mesi difficili», per dirla con Piantedosi.

Nessun allarme specifico, per gli 007, in relazione all'escalation bellica in Medio Oriente. Ma preoccupa quanto accaduto due giorni fa ad Arras, in Francia, dove in un liceo un ex studente ceceno 20enne, al grido di «Allah u Akbar» ha ucciso un professore e ferito due persone. Si temono gesti isolati di emulazione, difficili da prevedere e da prevenire. Un timore espresso dallo stesso Piantedosi che alla festa del Foglio, in corso a Firenze, ha confermato come sia proprio «l'episodio francese quello che ci preoccupa di più». Piantedosi confida in un «sistema di intelligence e di prevenzione delle forze di polizia nazionali» definito «molto affidabile», e ricorda che «abbiamo modo di tracciare le presenze che possono avere qualche fattore di preoccupazione», intercettando di conseguenza «quasi sempre questi fenomeni». «Il problema ha però proseguito il ministro - è che, come dimostra l'episodio in Francia, questa minaccia si presenta in maniera impalpabile, indefinita, fluida». Insomma, nessun pericolo emergente, ma una situazione di allarme da monitorare costantemente. Perché in mancanza di «evidenze concrete immediate» c'è comunque «quanto basta per mantenere altissimo il livello di attenzione». «Ci aspettano - ha concluso Piantedosi - mesi difficili e complicati».

Anche Alfredo Mantovano, autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, ha confermato i timori di Piantedosi, sempre intervenendo alla festa del Foglio. Spiegando come oggi sia più complesso il lavoro di prevenzione «perché la minaccia può venire da singoli che non hanno frequentato le moschee, non sono in gruppi conosciuti, ma si indottrinano on line e poi decidono di passare all'azione». Un processo «in ombra» che, ha spiegato Mantovano, «viene monitorato, esistono forze di sicurezza che seguono l'apologia on line del terrorismo, però tutti noi comprendiamo che si tratta di un lavoro difficilissimo», in quanto non si tratta di affrontare «un fiume in piena ma mille rivoli, quindi qualcuno può sfuggire». E come detto, nella riunione al Viminale si è toccato anche il possibile riflesso della crisi in Medio Oriente sul fronte migrazioni. Secondo Piantedosi, infatti, «ci sono segnali» che «una grande crisi umanitaria che dovesse conseguire all'intervento israeliano nella Striscia di Gaza» potrebbe innescare flussi migratori eccezionali. Un punto sul quale interviene anche Mantovano, ricordando come «dal primo gennaio a oggi sono arrivati 180mila migranti in modo irregolare», perché «si è intensificato il jihadismo che lo controlla attraverso differenti bande che si autoproclamano califfati».

E per Mantovano, «un flusso così consistente consegna all'Italia una massa di soggetti che entrando in modo irregolare vengono attratti da suggestioni criminali, ma anche potenzialmente terroristiche».

Commenti