Tornano gli scritti alla maturità. La rabbia di presidi e studenti: ignorati due anni di pandemia

Dopo due anni di black out tornano gli scritti in presenza alla Maturità e negli esami di terza media

Tornano gli scritti alla maturità. La rabbia di presidi e studenti: ignorati due anni di pandemia

Dopo due anni di black out tornano gli scritti in presenza alla Maturità e negli esami di terza media. Anche se l'anno scolastico è stato funestato dalla gestione dei casi Covid (ancora in attesa di una semplificazione) per il ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, ci sono le condizioni per un ritorno alle prove scritte da affrontare insieme a tutti i compagni in classe ed ha quindi firmato le due ordinanze relative alle modalità di svolgimento degli Esami di Stato del primo e del secondo ciclo di istruzione. «Scelte che rientrano nel percorso di un progressivo ritorno alla normalità. - dice il ministro-Non siamo ancora fuori dalla pandemia ma quest'anno abbiamo garantito una maggiore continuità della scuola in presenza, fin dal primo giorno».

L'annuncio del ritorno di due prove scritte ha però immediatamente provocato la reazione degli studenti che lamentano di non essere mai stati ascoltati dal ministro. «Gli scritti specialmente la seconda prova, mettono in difficoltà chi ha vissuto la scuola a singhiozzi come negli ultimi tre anni», protesta la Rete degli studenti che già per venerdì annuncia una mobilitazione nazionale. Anche il presidente dell'Anp, Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, pur condividendo la volontà di tornare alla normalità ricorda che «gli studenti che affronteranno le prove di giugno sono quelli che maggiormente hanno sofferto l'emergenza: due anni e mezzo del loro percorso scolastico sono stati pesantemente inficiati dalla pandemia e di ciò non si può non tenere conto». Insomma sottovalutare il malessere e il disagio dei ragazzi sarebbe un gravissimo errore da parte non soltanto del ministro Bianchi ma di tutto il governo, avvertono anche i sindacati.

«Abbiamo tenuto conto degli ultimi due anni vissuti dai nostri ragazzi. Per questo nel secondo ciclo affidiamo la seconda prova scritta alle commissioni interne, che conoscono i percorsi personali degli studenti», replica il ministro per rassicurare studenti e presidi.

Dunque dopo due anni si torna a due prove scritte, necessariamente in presenza mentre il superamento delle prove Invalsi non costituirà un requisito d'accesso. Per il colloquio orale in entrambi i cicli resta aperta la possibilità della videoconferenza per chi non può muoversi. L'esame conclusivo del primo ciclo, terza media, prevede oltre allo scritto di italiano una prova relativa alle competenze logico-matematiche. Nel colloquio orale si verificherà la preparazione dello studenti anche per la lingua inglese, la seconda lingua comunitaria e l'Educazione civica. L'alunno sarò valutato con voto in decimi.

Per la Maturità lo scritto di italiano sarà seguito da una seconda prova sulle discipline di indirizzo che però non sarò decisa a livello nazionale ma dalle singole commissione d'Esame in modo che si faccia riferimento anche a quanto effettivamente svolto durante l'anno scolastico. Non ci sarà la tesina. Gli esami prenderanno i il via il 22 giugno con la prima prova scritta di italiano nazionale. Le tracce saranno sette. Gli studenti potranno scegliere tra tre tipologie: analisi e interpretazione del testo letterario, analisi e produzione di un testo argomentativo, riflessione critica di carattere espositivo-argomentativo su tematiche di attualità.

Subito a seguire il 23 giugno la seconda prova scritta, diversa per ciascun indirizzo su una sola disciplina, definita a seconda del corso di studi al termine dell'iter formale delle

ordinanze e verrà elaborata dalle commissioni d'Esame. Giannelli però critica la scelta di far affrontare ai ragazzi una sola disciplina «un passo indietro rispetto alla spinta innovativa fornita dalla prova interdisciplinare».

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