Due le novità di ieri nel dramma della 12enne bengalese, autistica, da tre giorni dispersa sui monti del bresciano: i soccorritori avrebbero individuato alcune tracce del suo passaggio nella fitta vegetazione e la Procura di Brescia avrebbe aperto un fascicolo sulla vicenda ipotizzando il reato di «abbandono di incapace». Reato quest'ultimo che prevede una pena da uno a sei anni nel caso di morte della vittima. E per la piccola bengalese, autistica, le speranza di un lieto fine coronato dal suo ritrovamento, si affievoliscono di ora in ora. Ormai siamo al terzo giorno di ricerche. Vane. Il tutto in un contesto ambientale ricco solo di insidie tra grotte, strapiombi e burroni che non lasciano presagire nulla di buono. E il pensiero corre subito all'imprudenza commessa dagli educatori della onlus bresciana che giovedì scorso avevano portato per una gita un gruppo di bambini con problemi psicomotori sui molti attorno a Serle. A metà mattina la ragazzina ha cominciato a correre e non si è più fermata. L'educatrice che la seguiva una volta l'ha bloccata ma poi le è «sfuggita». Un testimone a passeggio con un cane ha raccontato ai carabinieri di avere notato la 12enne mezzo chilometro avanti a tutto il gruppo.
La cagnolina che l'uomo aveva con sé ha forse contribuito a spaventare la piccola, ormai irraggiungibile. Da giovedì l'altopiano si è trasformato nel quartier generale di vigili del fuoco, carabinieri, soccorso alpino e protezione civile.