Europa

Le trame di Borrell e dell'eurosinistra per far saltare l'accordo con Tunisi. "Basta boicottaggi"

Sulla guerra a colpi di migranti evocata da Salvini la fonte de Il Giornale a Palazzo Chigi parte in sordina

Le trame di Borrell e dell'eurosinistra per far saltare l'accordo con Tunisi. "Basta boicottaggi"

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Le trame di Borrell e dell'eurosinistra per far saltare l'accordo con Tunisi. "Basta boicottaggi"

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Sulla guerra a colpi di migranti evocata da Salvini la fonte de Il Giornale a Palazzo Chigi parte in sordina. «Prove e fatti non ne abbiamo ma...». Dopo il «ma» un sospiro e un lungo silenzio seguiti da un inarrestabile crescendo. «...Ma qui tutti dai vertici politici a quelli dell'intelligence si chiedono come sia possibile che in 24 ore l'Italia subisca prima l'attacco di Germania e Francia, poi l'arrivo di 7mila migranti partiti tutti in fila e, infine, l'offensiva delle sinistre all' Europarlamento guidata, da dietro le quinte, dal socialista Josep Borrell, ovvero dal Commissario per gli Affari Esteri Ue. Un Commissario che non ha mai difeso il Memorandum firmato da von der Leyen. Saranno coincidenze, ma non ce le spieghiamo».

Al di là delle parole un fatto è evidente. I nemici dell'Italia e del Memorandum con la Tunisia - Pd compreso - ora giocano a carte scoperte. Per capirlo è bastata la riunione dei gruppi socialisti all'Europarlamento al termine della quale è stata chiesta la cancellazione del Memorandum. Una richiesta preceduta - nella più velenosa tradizione della sinistra - da una pretestuosa giustificazione politica ovvero il «niet» di Tunisi alla visita di cinque membri della Commissione Affari Esteri dell'Europarlamento. «Chiederò al presidente del Parlamento europeo - annuncia Iratxe Garcia Perez, capo delegazione socialista a Bruxelles, - una dichiarazione in cui condanni il rifiuto d'ingresso degli eurodeputati da parte del governo tunisino...esorto la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, a sospendere l'attuazione immediatamente del memorandum». L'euro-delegazione, cara ai socialisti, puntava a incontrare sindacati e organizzazioni dell'opposizione tunisina per «comprendere la situazione politica attuale del Paese, sostenere un dialogo nazionale inclusivo, e valutare il memorandum d'intesa firmato dall'Ue». Incontrare l'opposizione equivale però a ridare centralità e peso politico ad Ennahda, il partito della Fratellanza Musulmana portabandiera nel 2011 di quella Primavera Araba che ha trascinato il paese al disastro economico e garantito la libertà a centinaia di jihadisti arruolati dallo Stato Islamico. Non a caso il presidente Kais Saied appena riprese in mano le redini della Tunisia ha fatto arrestare il leader di Ennada Rached Ghannouchi condannato, lo scorso maggio, ad un anno di reclusione per apologia di terrorismo. Anche per questo la pretesa di incontrare l'opposizione senza sentire il governo è sembrata un inaccettabile sgarbo istituzionale. Uno sgarbo preceduto dalle inadempienze di un'Europa che alla firma del Trattato aveva promesso lo stanziamento «immediato» di due fondi da 150 e 105 milioni di euro indispensabili per risanare le finanze, far ripartire l'attività della Guardia Nazionale e bloccare le partenze dei migranti. Un'inadempienza che rende ora impossibile il pagamento degli stipendi e blocca la lotta al traffico di uomini. Ma ai socialisti europei, tra cui il nostro Pd, dei trafficanti di uomini importa poco. Dopo aver ostacolato l'erogazione dei fondi grazie «al lavoro sotto traccia dell'Alto Commissario Josep Borell» - spiega la fonte de Il Giornale - «la mancata trasferta dell'Euro-delegazione diventa ora il pretesto perfetto per far saltare il Memorandum voluto da Giorgia Meloni». Un comportamento che nelle parole del capo-delegazione di Fratelli d'Italia a Bruxelles Carlo Fidanza ha precise e pericolose finalità. «La sinistra smetta di boicottare l'accordo Ue-Tunisia. Fin dal primo giorno il Pd e la sinistra europea hanno lavorato per affossarlo. Sabotare quell'accordo significa rendersi complici degli sbarchi e dei trafficanti.

Ne risponderanno agli italiani».

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