Travaglio in imbarazzo Il «Fatto» caccia il socio candidato con il Cav

Franceschi azionista del quotidiano ma corre per Fi. «Non mi vuole più? Meglio»

Travaglio in imbarazzo Il «Fatto» caccia il socio candidato con il Cav

Candidato berlusconiano ed editore del Fatto quotidiano. Al giornale diretto da Marco Travaglio non hanno preso bene la notizia che Fabio Franceschi, imprenditore a capo di Grafica Veneta (una delle tipografie più grandi d'Europa, 150 milioni di copie stampate l'anno) e azionista della società che edita il Fatto oltreché stampatore di libri allegati al quotidiano, correrà per Forza Italia in Veneto. Un duplice ruolo che, per giunta in un giornale agli antipodi del berlusconismo, crea una situazione di evidente imbarazzo, da risolvere al più presto. Così sul Fatto è uscito un immediato avviso di sfratto per Franceschi: «Apprendiamo dalle agenzie di stampa che Fabio Franceschi, titolare di Grafica Veneta e azionista di minoranza della Società editoriale Il Fatto Spa con il 4% delle quote (acquisite a suo tempo dal nostro socio storico Francesco Aliberti e senza alcun incarico operativo), ha deciso di candidarsi alle prossime elezioni con Forza Italia. Intendiamo tranquillizzare i nostri lettori sulla assoluta incompatibilità con la nostra società editoriale per chiunque ricopra incarichi in qualunque forza politica. Entro breve tempo dunque Franceschi al quale auguriamo le migliori fortune riceverà una proposta per la cessione del suo pacchetto azionario». Firmato Cinzia Monteverdi, amministratore delegato della Società editoriale Il Fatto Spa, e Marco Travaglio, direttore. L'estromissione dalla società che edita il Fatto, tramite una proposta che non si potrà rifiutare, non sembra preoccupare più di tanto Franceschi: «Benissimo, anzi speriamo, sono felice se me la liquidano - risponde l'imprenditore al telefono - Non voglio fare polemica, è un'attività fuori dal nostro core business...», insomma poco male se al Fatto gli chiedono di uscire dalla compagine azionaria, gli utili li fa altrove. Ci era entrato accettando l'offerta di un cliente della sua azienda, l'editore Francesco Aliberti, di rilevare una quota della sua partecipazione nel Fatto. «Ho accettato, anche se non posso dire che la linea politica del Fatto, fin dal suo battesimo in edicola nel 2009, sia mai stata molto vicina alla mia» ha raccontato l'imprenditore a Stefano Lorenzetto nel suo libro-intervista al patron di Grafica Veneta L'Italia che vorrei: Il manifesto civile dell'uomo che fa i libri. Aggiungendo che mai metterebbe becco sulla linea editoriale del quotidiano, «i giornalisti fanno il loro lavoro e io il mio», anche se comunque «è nata una bella amicizia con Travaglio, Padellaro e Gomez». Sarà, ma pare di capire che nessuno l'abbia chiamato per avvisarlo del benservito.

Amico di Berlusconi, Franceschi fu ad un passo dall'entrare nelle liste del Pdl già nel 2013, anche se l'idea di scendere in campo non lo ha mai convinto del tutto («Ci ho pensato varie volte. Ma ho sempre dovuto amaramente concludere che sarebbe una lotta contro i mulini a vento», spiegò). Invece stavolta si è deciso, dopo essere stato chiamato personalmente ad Arcore dal Cavaliere. Chi ha votato in passato? «Forza Italia», risponde, anche se non ha risparmiato critiche ai governi di centrodestra.

Ma neppure agli altri (l'imprenditore è un veneto di quelli tosti, parla diretto). Renzi? «Uno che non ha mai lavorato e crede di poter governare l'Italia con i tweet». Grillo? «Per carità». Monti? «Non conosce l'economia». Il Fatto? No, non vuole fare polemica.

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