Alberto Giannoni
Milano Cedimento strutturale, manovra sbagliata, carente manutenzione. Le fattispecie ufficiali cambiano, il risultato purtroppo no. Sono stati 67, negli ultimi 10 anni, i morti in gravi incidenti ferroviari; 90 dal Duemila. E in fondo alle cause, c'è sempre uno sbaglio.
Il Regionale partito da Cremona alle 5 e 42 ieri viaggiava a 140 chilometri orari. Una velocità consueta e regolare in quella tratta. Sarebbe dovuto arrivare alle 7 e 24 a Milano, invece si è tragicamente fermato a Seggiano di Pioltello. Secondo le prime ricostruzioni, l'incubo era iniziato due chilometri prima, tanto che il treno sarebbe passato dalla stazione fra scintille e sferragliamenti. Il pensiero di molti è andato veloce a un altro incidente avvenuto in quel punto il 23 luglio scorso, quando un treno Milano-Bergamo deragliò, senza conseguenze per i passeggeri, ma da Rfi (società responsabile delle reti ferroviarie) hanno spiegato che si tratta solo di «una triste coincidenza». Nessuna «correlazione». «L'incidente avvenuto di luglio non era su questo binario - ha precisato Vincenzo Macello, responsabile Rfi direzione e produzione Lombardia - il treno viaggiava nella direzione opposta. Lì c'era stato un problema a uno scambio. In questo caso è tutta un'altra cosa».
Ma cosa è successo al Regionale 10452? L'ipotesi sabotaggio viene esclusa: tutto fa pensare che l'incidente sia dovuto a un cedimento strutturale della rete, per cause tutte da chiarire. L'ipotesi più accreditata è la rottura di un binario nel punto di giuntura, un chilometro prima della stazione. E di «cedimento strutturale sulla rotaia circa 2 km prima del luogo dello svio» parla Rfi. Ma Macello ha spiegato che «è prematuro stabilire se questo cedimento sia stato la causa o l'effetto del deragliamento». Il pezzo di rotaia «incriminato» e fotografato ieri mattina è lungo 23 centimetri ed è stato ritrovato a 20 metri di distanza.
Le ragioni del cedimento sono ancora un mistero. Un binario rotto «è una anomalia», spiegano da Rfi, escludendo carenze nella manutenzione. «Abbiamo come primo pensiero la sicurezza - spiega il dirigente - 1.700 mille persone che tutte le notti verificano la geometria del binario. La normativa è molto rigida. Una volta al mese è previsto che ci sia una visita a piedi o sul locomotore, a scambi e linea. E una volta ogni 15 giorni abbiamo il passaggio di un treno diagnostico». Poi c'è la manutenzione straordinaria: Rfi parla di 130 milioni all'anno.
I dubbi si moltiplicano. «Siamo, purtroppo, in debito su tutte le infrastrutture rispetto agli altri Paesi Ue» constata il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi a Rtl 102.5. Contro i soliti tagli da Roma si scaglia il leader leghista Matteo Salvini: «Magari questo evento è fortuito - dice - ma forse prima di tagliare sulla sicurezza e sulla manutenzione bisognerebbe valutare dove tagliare». Accusa accolta con sdegno a sinistra. In Prefettura per un vertice, il ministro Graziano Delrio garantisce che gli investimenti in sicurezza di Rfi e del governo «sono aumentati del 340% in 3 anni», mentre la spesa per la manutenzione «è aumentata del 70%». Il ministro ricorda che la linea su cui è avvenuto l'incidente «è una delle più frequentate e quindi monitorate della rete». A maggior ragione: autentico giallo sulle cause tecniche. Delrio ammette che «ci sono aspetti non chiari» ma sulla sicurezza è categorico: «Il sistema ferroviario italiano è uno fra i più sicuri al mondo». «Succedono pochissimi incidenti.
Sulla rete ferroviaria - calcoli di Delrio - ci sono stati miliardi di persone trasportate e 29 morti negli ultimi 10 anni». E l'Agenzia nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie calcola che dal 2005 le vittime sulle rete Rfi sono scese del 35% e gli incidenti dovuti a cause tecniche del 70%.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.