Ieri L'Aeronautica militare ha confermato il ritrovamento dei resti del quarto pilota disperso dopo lo scontro di due Tornado nei cieli di Ascoli Piceno. Si tratta delle spoglie del capitano pilota Mariangela Valentini, che era nella cabina sul suo seggiolino ancora armato per l'espulsione. Sono dovuti intervenire gli artificieri, per le operazioni in sicurezza. Nella stessa area, era stato recuperato il casco del capitano, prima donna pilota di un caccia militare, come gli altri suoi tre colleghi morti nel disastro. Per l'identificazione sarà però necessario attendere l'esame del Dna, affidato dalla procura.
Ieri è stata recuperata anche la seconda scatola nera a 700-800 metri più a Sud della Valentini. Se le condizioni di conservazione lo consentiranno, permetterà di ricostruire i dati dell'attività di volo del caccia, e di incrociare le informazioni con quelle registrate dal primo flight recorder . Sarà aperta e analizzata con il supporto di tecnici dell'azienda di costruzione. Il primo strumento di bordo, una scatola arancione grande quanto una scatola da scarpe, era stato recuperato il 21 agosto.
Per le indagini è un momento di «stasi». Lo spiega il pm della Procura militare di Verona Luca Sergio, riferendo come ciò sia dovuto al fatto che è partita la fase di collegamento tra enti deputati ad indagare, in modo da nominare di concerto i periti che si riuniranno in commissione. Sulle cause «tutte le ipotesi sono ancora aperte, dall'errore umano al guasto tecnico». «Di certo - rileva - le procedure in fase di esecuzione dei voli sono state eseguite in modo puntuale, tutti i protocolli previsti sono stati seguiti».
«Si trattava - conclude - di due missioni distinte, ma allo stesso tempo collegate tra loro secondo un'unica pianificazione strategica».Messaggi di cordoglio all'Aeronautica e alle famiglie sono arrivati dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e dal governo.
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