New York È arrivato il giorno del giudizio per Paul Manafort, quello che potrebbe incatenarlo dietro le sbarre vita natural durante. L'ex capo della campagna elettorale del presidente Donald Trump è stato ritenuto colpevole da una giuria di otto capi di imputazione per frode fiscale e bancaria in un processo scaturito dall'indagine sul Russiagate, ma senza risvolti di collusione con Mosca. E ora è giunto il momento della condanna del giudice della Virginia, con cui rischia dai 19 ai 24 anni di reclusione per aver occultato i pagamenti per il suo lavoro di lobbista non registrato in Ucraina e per aver gonfiato il valore dei suoi asset nelle richieste di prestiti.
Con i suoi 69 anni, Manafort rischia di passare il resto della vita in carcere, considerando anche che sulla sua testa pende un'altra condanna sino a 10 anni in un procedimento distinto a Washington, dove si è dichiarato colpevole di cospirazione contro gli Usa e ostruzione della giustizia e la cui sentenza è prevista per il 13 marzo.
L'ex capo della campagna di Trump aveva siglato un accordo con il quale si impegnava a cooperare con Mueller, ma lo scorso novembre è stato accusato di aver violato l'intesa mentendo ripetutamente agli investigatori, accuse che hanno fatto sfumare la possibilità di un patteggiamento. I suoi avvocati dicono che è «carico di rimorsi» per le sue azioni, ossia fare lobbying illegalmente per conto dei politici ucraini, nascondere al fisco milioni di dollari in conti bancari esteri, falsificare le sue finanze per ottenere prestiti quando i suoi sostenitori hanno perso il potere e chiedere a potenziali testimoni di mentire a suo nome quando è stato catturato. «Manafort ha agito per oltre un decennio come se fosse al di sopra della legge e ha privato il governo federale e varie istituzioni finanziarie di milioni di dollari», sottolineano i pubblici ministeri. I suoi legali spiegano che i nove mesi in isolamento e l'attenzione costante dei media lo hanno già gravemente compromesso e invocano clemenza, chiedendo per lui una sentenza «sostanzialmente al di sotto» delle linee guida previste per i reati contestati, tenendo conto che «è un incensurato, e data la natura delle accuse». Inoltre, lo descrivono come un uomo anziano che ha mostrato pentimento per i suoi reati ed è improbabile che li commetta di nuovo, mentre la squadra del procuratore speciale Robert Mueller ha cercato di denigrarlo come un «criminale perenne e irriducibile». A loro parere non è da considerare come una mente criminale, ma come qualcuno intrappolato nell'indagine tentacolare sulle ingerenze della Russia nelle presidenziali del 2016 e la possibile cooperazione con la campagna di Trump. Intanto, l'ex avvocato del tycoon, Michael Cohen, è tornato in Congresso per la testimonianza a porte chiuse dove - secondo la Cnn - ha fornito documenti sulle presunte manipolazioni degli avvocati del presidente in vista della sua deposizione a Capitol Hill nel 2017, quella in cui mentì sulla durata dei negoziati con i russi per una Trump Tower a Mosca.
I documenti, presentati alla commissione intelligence della Camera, servirebbero a corroborare la testimonianza della scorsa settimana, quando sostenne che l'allora avvocato di Trump, Jay Sekulow, fece dei cambiamenti alla sue dichiarazioni per due commissioni del Congresso. Inoltre, Cohen ha fatto causa alla Trump Organization, per cui ha lavorato per un decennio, sostenendo che non gli ha pagato 1,9 milioni di dollari in «commissioni e spese legali».
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