Trump spinge per l'accordo a tre. "Russia pronta a concessioni"

Vertice con Putin e Zelensky forse già venerdì. Witkoff: "Via libera a garanzie in stile Nato, è una svolta". Il tycoon: "Grandi progressi, restate sintonizzati". Rubio: tregua non esclusa

Trump spinge per l'accordo a tre. "Russia pronta a concessioni"
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Donald Trump continua a fare pressione per chiudere un accordo con Vladimir Putin sulla guerra in Ucraina, e prima dell'incontro alla Casa Bianca con Volodymyr Zelensky e gli europei si mostra ottimista. "Grandi progressi sulla Russia, restate sintonizzati", scrive il presidente Usa su Truth, e poi attacca "le fake news e la sinistra estremista che se anche io avessi convinto Putin a rinunciare a Mosca direbbero che avrei fatto un errore e un accordo sbagliato".

Per rafforzare la posizione di Kiev, diversi leader del Vecchio Continente hanno deciso di accompagnare Zelensky a Washington, tra cui la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, la premier Giorgia Meloni, il presidente francese Emmanuel Macron e quello finlandese Alexander Stubb, il cancelliere tedesco Friedrich Merz, il primo ministro britannico Keir Starmer e il segretario generale della Nato Mark Rutte. Secondo Axios Trump ha detto agli europei che se tutto andrà bene, vuole organizzare il trilaterale con Putin e Zelensky "al più presto", probabilmente già venerdì 22 agosto. Intanto il segretario di stato Usa Marco Rubio spiega in un'intervista a Nbc che un cessate il fuoco in Ucraina "è ancora sul tavolo" anche se "lo scopo principale non è una tregua ma la pace". Un'intesa con Mosca non si è ancora raggiunta e se non avverrà, avverte, ci saranno "ulteriori conseguenze, tra cui gravi sanzioni". In ogni caso, "affinché la guerra finisca - ribadisce - ci sono cose che la Russia vuole e non può ottenere, e cose che l'Ucraina vuole e non otterrà". Mentre il principale consigliere del tycoon, Steve Wittkoff, afferma con Cnn che il presidente cerca "un cessate il fuoco e un rapido accordo di pace che garantisca la protezione dei paesi europei". Il vertice in Alaska, prosegue, ha prodotto "significative garanzie di sicurezza" per Kiev sul modello dell'articolo 5 della Nato, che a suo parere sono "una svolta". E lo zar "ci ha assicurato che non attaccherà nessun altro Paese né gli asset americani una volta che sarà finalizzato l'accordo di pace" con l'Ucraina. Witkoff conferma pure che oggi alla Casa Bianca sarà discussa la questione della cessione di territori ucraini: si dice "convinto che l'incontro sarà produttivo", e sottolinea che la Russia ha fatto "alcune concessioni" riguardo a cinque regioni.

Gli occhi del mondo sono puntati sul 1600 di Pennsylvania Avenue, dove aleggia l'amaro ricordo dell'ultima volta che Zelensky si è presentato, lo scorso 28 febbraio, nello Studio Ovale. Occasione in cui il presidente ucraino fu umiliato in diretta mondiale da Trump e dal suo vice JD Vance, preso in giro da un giornalista per l'abbigliamento giudicato "non consono" all'occasione e cacciato bruscamente dalla West Wing. "Torna quando sei pronto per la pace", gli aveva intimato The Donald alla fine di quella che tutti i media definirono una vera e propria imboscata, con il numero due del presidente americano che aveva perfino rinfacciato a Zelensky di non aver mai "ringraziato" gli Stati Uniti per il sostegno ricevuto. Una rottura profonda in parte ricucita due mesi dopo nel faccia a faccia di quindici minuti nella navata di San Pietro, poco prima l'inizio dei funerali di Papa Bergoglio, un momento carico di significato che ha segnato anche simbolicamente l'inizio di una nuova fase nei rapporti tra Washington e Kiev.

Questa volta il leader ucraino torna alla Casa Bianca con lo scudo dei leader europei, e proprio alcuni di loro gli hanno fornito una serie di indicazioni su come rivolgersi al comandante in capo, suggerendo un atteggiamento meno aggressivo e dimostrazioni più esplicite di gratitudine per il supporto Usa.

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