P iù che una prova di fiducia, un atto di fede. Il programma di rilancio economico inviato a Bruxelles dal governo greco è proprio questo: un atto di fede chiesto alle istituzioni europee. Che, sulla carta, varrebbe 12 miliardi di euro in più anni. La sua entrata in vigore (dall'aumento dell'Iva alla cancellazione delle pensioni baby) è subordinata al prestito che il Fondo salva Stati potrà o meno erogare: si parla di 50 miliardi.
Una volta che queste risorse entreranno nelle casse di Atene, il governo Tsipras metterà in campo i provvedimenti di risanamento economico. Ma con calma. Non prima di ottobre di quest'anno. E nemmeno tutti. Molte misure verranno implementate - dice il documento - nel 2016 e nel 2017.
Nonostante questo particolare, i mercati sembrano scommettere sull'accettazione da parte europea delle promesse di Tsipras: benché il suo rispetto delle regole non sia stato cristallino in passato. La Borsa di Milano cresce del 3%. Lo spread scende a 125 punti. E tutti gli occhi si spostano sul Parlamento di Atene chiamato ad approvare oggi il testo, che dovrà essere tradotto in legge nei prossimi mesi.
La «manina» francese che ha collaborato alla stesura delle proposte è riconoscibile da alcuni elementi, politici e tecnici. Quelli politici: Hollande è stato il primo capo di Stato europeo a commentare positivamente il testo. Manuel Valls, primo ministro di Parigi, si sbilancia e giudica le proposte greche come «solide, serie, complete e credibili».
Quelli tecnici: il taglio alla spesa militare di Atene è scivolato dai 400 milioni (chiesti da Juncker il 25 giugno), ai 200 milioni (rilanciati con gli emendamenti Tsipras/Varoufakis il 30 giugno), ai 100 milioni (Tsipras/Tsakalotos, l'8 luglio). Più risorse per la Difesa, significa la conferma delle commesse nautiche per la Francia. Così come è stato modificato, in modo sostanziale, il riferimento all'impegno per le gare della telefonia mobile: business a cui sono interessate aziende di Parigi.
In attesa del voto parlamentare greco, a Bruxelles proseguono le analisi tecniche del documento. Qualora fosse condiviso, e il presidente dell'Eurogruppo - Jeroen Dijsselbloem - lo valuta «esauriente», le banche greche hanno bisogno di una immediata ricapitalizzazione per 14 miliardi, oltre ai 50 chiesti da Atene per onorare i prestiti non pagati a Fondo monetario e Bce. Il neo ministro delle Finanze, Euclides Tsakalotos, annuncia che i titoli pubblici ellenici detenuti dalla Bce verranno trasferiti al Fondo salva Stati (Esm): un passo in avanti rispetto al passato.
L'ottimismo del presidente dell'Eurogruppo, però, è condiviso solo dalla Francia. La presidente lituana, Dalia Grybauskaite, è meno fiduciosa: «Le possibilità che le proposte greche vengano accolte sono al 50%». E ha sottolineato: «Abbiamo accettato il documento presentato, come segnale della volontà di Atene di tornare al tavolo del negoziato, ma è solo il primo passo». Talvolta i Paesi baltici sono stati i portavoce della Germania. E da Berlino non filtra un commento sulle proposte di Tsipras. Unica dichiarazione ufficiale sul tema è quella del portavoce di Angela Merkel, che dice: il governo tedesco non giudica le proposte «perché prima tocca alle tre istituzioni una verifica». Dalla Germania, comunque, non c'è nessuna crepa sul muro compatto che boccia ogni possibile «sforbiciata» al debito greco.
Qualora l'Eurogruppo di oggi dovesse raggiungere un'intesa sullo schema greco, verrebbe cancellato il Consiglio europeo di domani, dicono gli ottimisti.
La Germania, però, ha già fatto sapere di ritenere indispensabile un vertice a livello di capi di Stato e di governo dei 28 Paesi dell'Unione. Intanto Vladimir Putin fa sentire la sua voce. Rispondendo a una domanda sulla Grecia, il presidente russo ricorda che «Mosca ha la capacità di fornire assistenza finanziaria ai Paesi partner».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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