Cronaca internazionale

Turbolenza d'aria in volo. Panico e morte sul Boeing

Un violento vuoto sopra il mare delle Andamane: persi 1.900 metri di quota. Una vittima e 65 feriti

Turbolenza d'aria in volo. Panico e morte sul Boeing

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L'Agenzia investigativa per la sicurezza area di Singapore ha aperto un'inchiesta sull'incidente che si è verificato ieri pomeriggio sui cieli di Bangkok e che ha provocato la morte di un passeggero e il ferimento di 65, 6 dei quali in gravi condizioni. Il Boeing 777 SQ321 della Singapore Airlines, partito dall'aeroporto Heathrow di Londra alle 22.38 di lunedì, e destinato ad atterrare 13 ore dopo al Changi di Singapore, è incappato in una zona di vasta turbolenza dopo 11 ore di volo, mentre stava sorvolando il Mare delle Andamane, in avvicinamento alla Thailandia. Il velivolo, su cui viaggiavano 211 passeggeri e 18 membri dell'equipaggio, ha iniziato a puntare verso l'alto, oscillando. All'improvviso si è verificata una caduta drastica. I passeggeri, seduti senza cintura di sicurezza allacciata, si sono ritrovati scaraventati lontani dai loro posti. Stando ai dati di tracciamento forniti da FlightRadar24, l'aereo stava viaggiando a un'altitudine di 11.300 metri. Improvvisamente, nell'arco di 3 minuti, è sceso a 9.400 metri. A questa quota è rimasto per circa 10 minuti prima di scendere rapidamente e infine atterrare sulla pista del Suvarnabhumi di Bangkok alle 15,45 locali (5 ore in meno in Italia).

La vittima si chiama Geoffrey Kitchen, cittadino britannico 73enne, di professione regista teatrale. Presumibilmente l'uomo è stato colto da infarto per lo spavento provato durante le turbolenze. Le squadre di soccorso dell'ospedale, che dista circa 20 km di distanza dall'aeroporto, erano sul posto per prestare le prime cure e trasferire i 65 passeggeri feriti al nosocomio. «Stiamo lavorando con le autorità thailandesi per fornire l'assistenza medica necessaria. Faremo massima chiarezza sull'accaduto» scrive la compagnia aerea.

Chiarezza che verrà fatta dagli investigatori e dalla procura, che ha iscritto nel registro degli indagati pilota e copilota del volo SQ321, che verranno interrogati oggi. A destare sospetti sono soprattutto le dichiarazioni dei sopravvissuti, che hanno confermato di essere stati scaraventati lontano dai loro posti. «Nessuno ci ha comunicato di allacciare le cinture. Una prassi quando l'aereo incontra turbolenze», racconta il passeggero britannico Josh Barker. Nelle foto pubblicate dai media locali si vedono cappelliere ammaccate, oggetti vari sparsi sul pavimento e mascherine d'ossigeno d'emergenza pendere sopra i sedili. Nel frattempo le autorità aeroportuali hanno dichiarato che circa 100 passeggeri sono riusciti a riprendere il viaggio verso Singapore ieri sera.

Le turbolenze aeree sono il risultato di un movimento irregolare dell'aria, che può causare lo spostamento di un aeroplano in seguito all'aumento di velocità e del cambio di direzione delle correnti. Quando le turbolenze sono davvero forti, come quelle sui cieli di Bangkok, non si ha la possibilità di evitarle, perché interessano aree vastissime di centinaia di miglia nautiche. L'aereo non riesce a mantenere nemmeno il volo livellato e per conservare i parametri deve scendere o salire dando l'impressione di essere fuori controllo.

Quei movimenti però sono manovre ampiamente collaudate, messe in atto dai piloti per cercare di assecondare le brusche variazioni di assetto.

Il 28 giugno dello scorso anno un Boeing della British Airways, in volo da Singapore a Heathrow, si era imbattuto in una turbolenza sul Golfo del Bengala, e alcuni passeggeri rimasero lievemente feriti.

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