Tutti i governi preoccupati. "Sarà dura per le imprese"

Il cancelliere tedesco Merz interpreta lo stato d'animo europeo: ora bisogna trovare una soluzione comune

Tutti i governi preoccupati. "Sarà dura per le imprese"
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È il miglior accordo possibile - ha detto ieri il Commissario europeo per il Commercio, Sefcovic - ottenibile in circostanze molto difficili. Bruxelles considera insomma il day after meglio di una guerra commerciale che avrebbe visto in alternativa dazi Usa al 30% e "quasi 5 milioni di posti di lavoro a rischio". Ma all'indomani dell'accordo siglato in Scozia, tra The Donald e Ursula Von der Leyen, la Francia lamenta un approccio troppo morbido. Il premier Bayrou alza i toni, parla di "giorno buio". I 27 vanno in ordine sparso, perfino diametralmente opposto. Accenti critici dagli europeisti di Parigi fino agli euroscettici, provocazioni da Budapest. E toni più sfumati a Roma o Berlino, con i governi di Svezia, Danimarca, Finlandia, Irlanda e Romania che salutano invece positivamente l'intesa, sollevati e grati a Bruxelles per aver raggiunto almeno un certo livello di prevedibilità nelle relazioni commerciali transatlantiche.

L'unità mostrata ad libitum nel sostenere la Commissione nel negoziato Usa-Ue si è sgretolata in meno di 24 ore dopo il faccia a faccia con l'inquilino della Casa Bianca. La Russia cavalca le smagliature del Vecchio Continente. Per Lavrov, ministro degli Esteri della Federazione, l'accordo sui dazi è "un duro colpo per l'Ue" e accelererà la deindustrializzazione. Mosca ha un conto aperto con i 27 e coglie l'occasione per attaccare l'Ue portatrice di sanzioni economiche e di aiuti militari a Kiev. Non è però un segreto che al tavolo Trump-Von der Leyen si è parlato sì di libero scambio, ma pure di Ucraina e geopolitica, Cina inclusa. E secondo Sefcovic, "c'è forte allineamento tra Ue e Usa sui principali dossier, ciò aggiunge valore all'intesa".

Insufficiente per Parigi, di nuovo sul piede di guerra e nell'inedita convergenza tra governo e opposizione di destra. Le Pen attribuisce all'Ue "un fiasco politico, economico e morale". Per Bayrou, Bruxelles "ha deciso di sottomettersi". Da Madrid, il premier Sánchez si limita ad apprezzare "l'atteggiamento costruttivo" della Commissione, abbozzando sostegno al deal "senza alcun entusiasmo". D'altronde non c'è stata neppure una dichiarazione congiunta Usa-Ue; tanto che per il premier ungherese Orbán, a Turnberry, "Trump non ha stretto un'intesa commerciale con Von der Leyen, piuttosto si è mangiato la presidente a colazione". Deal "peggiore" di quello ottenuto dal Regno Unito, denuncia il magiaro, "difficile da vendere come un successo", prova anzi che il tycoon è "un negoziatore di categoria pesi massimi, Von der Leyen di pesi piuma". Rischiavamo il blocco del commercio con gli Stati Uniti, insiste il Commissario Sefcovic, che in conferenza stampa ricorda l'impegno della sua squadra di tecnici e sherpa volata dieci volte negli States. Il settore auto "oggi paga il 27,5%, da quel livello siamo scesi al 15%, è il massimo che siamo riusciti a ottenere", è il jolly di Ursula per la madrepatria.

Esiti da approfondire che vedono "insoddisfatto" pure il cancelliere tedesco Merz. "Impossibile ottenere di più, vista la partenza", dice deluso perché "l'economia tedesca subirà un danno considerevole dalle nuove tariffe". Sefcovic si rifugia nella difesa nelle aziende. "Ci hanno inviato un messaggio unanime: evitare l'escalation e lavorare a una soluzione che dia risultati immediati". Quasi sei mesi di trattativa, condita dalla drammatizzazione della giornata; vissuta col coltello tra i denti da Trump e con un bazooka scarico che l'Ue ha già riposto in soffitta. Dal 4 agosto, contro-dazi Ue sospesi, filtra da Bruxelles.

Erano calendarizzati per il 7. Per Sefcovic, è "il miglior accordo possibile". Non eravate nella sala, "eravamo partiti dal 30% Usa, Von der Leyen è stata una maestra nel gestire questi negoziati e salvare il libero scambio".

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