Economia e finanza

Twitter, ora Musk ingaggia il "re degli hacker" (che ha già lavorato per Facebook e Google)

Hotz avrà il compito di migliorare il social. Aveva già detto no a mister Tesla

Twitter, ora Musk ingaggia il "re degli hacker" (che ha già lavorato per Facebook e Google)

Se non puoi batterli, unisciti a loro, dice la saggezza popolare. Oppure, diciamo noi, invitali a unirsi a te. È questo principio che ha spinto le grandi aziende tecnologiche statunitense ad assumere in vari momenti della loro storia George Francis Hotz, detto Geohot, probabilmente il più quotato hacker mondiale. L'ultimo datore di lavoro del trentatreenne del New Jersey è Elon Musk. Che lo ha ingaggiato per tre mesi per migliorare lo strumento di ricerca del social network. «In termini di assunzioni - avrebbe detto il nuovo patròn di Twitter - le persone che sono brave a scrivere codice sono la massima priorità». Insomma, meglio acquistare i servizi di un bomber da doppia cifra e rinunciare a migliaia di mediani. Nelle ultime settimane sono infatti 7.500 i dipendenti licenziati in tutto il mondo - i due terzi di quelli precedentemente impiegati - con modalità piuttosto spregiudicate. Nei suoi tre mesi cinguettanti, Hotz - di cui si ignora l'ingaggio - lavorerà come lui stesso ha annunciato a correggere la funzione di ricerca del social media e a rimuovere il prompt che impedisce di navigare nel servizio sul web senza effettuare l'accesso.

Hotz aveva in passato rifiutato l'offerta di lavoro dello stesso Musk per aiutarlo a sviluppare l'auto senza conducente di Tesla. Stavolta invece è stato lui stesso a fare la prima mossa. Mostrando uno scarsissimo senso di solidarietà con i suoi colleghi meno talentuosi, Hotz ha pubblicamente approvato la durezza esibita da Musk non appena diventato il padrone delle ferriere, con licenziamenti a pioggia e l'invito a chi fosse restato a «lavorare per lunghe opere ad alta intensità» oppure ad andarsene altrove. «Questo è l'atteggiamento che costruisce cose incredibili», ha commentato Geohot, aggiungendo che sarebbe stato pronto a dimostrare il suo stakanovismo informatico con uno stage in azienda. Opportunità che Musk non si è fatto scappare, perché se non puoi batterli eccetera eccetera.

L'intera vita piratesca di Hotz è stata un lavorìo per sabotare il monopolio dei colossi hi-tech californiani e finire per essere dagli stessi colossi blandito. La sua attività di hacker ha inizio nel 2008, quando si dedica a «forzare» i prodotti Apple, finendo per pubblicare un software di jailbreak della «mela», che consentiva di dribblare gli ostacoli all'installazione sugli iPhone e sui Mac di pacchetti e applicazioni di altre aziende. Poi fece più o meno lo stesso con le console Play Station, spingendo la Sony ad aggiornare continuamente il sistema operativo. Atti di «terrorismo» informatico che convinsero dapprima Facebook e quindi Google a richiedere i suoi servigi per lavorare a progetti delicati. L'ultima impresa di Hotz è comma.ai, una startup che intende trasformare i veicoli tradizionali in veicoli con guida semi-automatica, laddove Tesla e altre aziende commercializzano vetture già con la tecnologia integrata. Hotz ha poi lasciato la sua creatura sostenendo che avesse bisogno di un diverso stile di leadership.

Musk corteggia l'hacker e maltratta i suoi dipendenti sopravvissuti all'epurazione di massa di qualche settimana fa. Secondo le rivelazioni di alcuni media il nuovo bosso di Twitter avrebbe chiesto ai suoi dipendenti di inviare una mail settimanale che documenti lo stato di avanzamento del proprio progetto.

La prossima volta rinasceranno hacker.

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