Accordi ancora lontani, e la tensione sempre più alta. Si litiga e ci si rimbecca, l'Unione Europea da una parte, la Gran Bretagna della May dall'altra. Questa volta di mezzo ci sono i diritti dei cittadini. Il coordinatore dell'Europarlamento per la Brexit, Guy Verhofstadt, e i presidenti dei principali gruppi politici minacciano di mettere il veto a un accordo finale sull'uscita del Regno Unito dall'Unione europea se il governo di Theresa May non migliorerà l'offerta sui diritti dei cittadini. In una lettera aperta pubblicata dal Guardian, i leader dell'Europarlamento definiscono «deludente» la proposta di May perchè crea dei «cittadini di seconda classe».
Troppe poche tutele per i cittadini europei «Il Parlamento europeo si riserverà il diritto di rigettare ogni tipo di accordo che tratti i cittadini Ue, indipendentemente dalla loro nazionalità, meno favorevolmente di quanto lo siano attualmente», ha scritto Verhofstadt insieme agli altri leader. La lettera è stata firmata da Mandred Weber per il Partito Popolare Europeo, Gianni Pittella per i Socialisti&Democratici, Guy Verhostadt per i Liberali, Gabi Zimmer per i comunisti della Gue, Ska Keller e Phillippe Lamberts per i Verdi. Nel testo, i leader dell'Europarlamento annunciano anche che si opporranno a un eventuale prolungamento dei negoziati oltre il 30 marzo 2019.
«Non sosterremmo una proroga di questa scadenza perchè richiederebbe al Regno Unito di partecipare alle elezioni europee nel maggio 2019. Questo è semplicemente impensabile», secondo i leader dell'Europarlamento. Inoltre, nella nota si rileva come «a più di un anno dal referendum sulla Brexit, la proposta britannica lascia parecchie domande senza risposta». Troppi i temi insomma che rimangono in sospeso.
Questioni che riguardano gli studenti, i medici, i lavoratori frontalieri nonchè la data limite in base alla quale i cittadini Ue avranno un trattamento piuttosto che un altro. «All'inizio del 2019 - si legge ancora nel documento - i deputati al parlamento europeo diranno l'ultima parola sull'accordo Brexit. Nei prossimi mesi, lavoreremo a stretto contatto con il negoziatore Ue e i 27 Stati membri per aiutare a orientare i negoziati. Il nostro auspicio è ottenere un ambizioso e progressivo accordo di recesso, ma vogliamo sia chiaro che un progresso sufficiente - soprattutto in materia di cittadinanza e accordo finanziario - è necessario prima di poter definire il nuovo rapporto tra i due Paesi.
L'Unione europea ha la comune missione di ampliare, rafforzare ed espandere i diritti, non di ridurli».Insomma, sembra a questo punto evidente che la partita- appena iniziata- promette di essere sempre più accesa. E incandescente. E le parti promettono battaglia.
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