La stagione è finita e ai bagnini non si nega un grazie. Anche se sono un po' piagnucolosi e rompiscatole. Anche se potrebbero fare un po' meglio il proprio lavoro e non costringere i «travet» di Bruxelles a misurarsi con tutti quei fastidiosi cadaveri. Anche se potrebbero tener meglio al guinzaglio i 100mila sopravvissuti alle traversate, evitando che superino le Alpi, calpestando i preziosi giardini dei vicini per bene. Vi sembrerà esagerato, ma il senso del messaggio, gentilmente recapitatoci ieri dalla Commissione Europea, è proprio questo. Se non ci credete leggetelo, soppesatelo, consideratelo.
Mentre i «bagnini» italiani, perché così ci considerano, si danno da fare per raccogliere i 20 cadaveri dell'ultimo disastro libico, soccorrere i sopravvissuti e cercare circa 170 dispersi la Commissione di Bruxelles, ovvero il governo dell'Europa, si ripulisce la coscienza con quattro luride righe, con un distillato di ipocrisia in cui dopo essersi definita «scioccata da queste nuove tragedie del mare», «ringrazia l'Italia» per i suoi sforzi e «resta impegnata ad aiutare» il nostro paese. Raramente s'è visto qualcosa di più sconcio, di più vile, di più immorale. Sconcio perché nascosto sotto l'ipocrisia c'è il tentativo di lavarsi le mani e attribuire all'incapacità dell'Italia anche quei nuovi morti. Vile perché nonostante le ripetute richieste del nostro paese continuano a negarci qualsiasi aiuto politico, materiale o finanziario. Prova ne sia la schiuma sul bicchiere della vergogna ovvero la precisazione con cui giorni fa c'hanno spiegato che Frontex, l'agenzia chiamata, in teoria, a sorvegliare le frontiere dell'Unione è troppo piccola, troppo povera per affrontare la tragedia degli sbarchi. Immorale perché il governo di un'entità che si attribuisce il ruolo di potenza sovranazionale non può abbandonare a se stesso uno dei propri paesi membri.
Un paese membro che - oltre ad aver partecipato alla sua fondazione - continua in virtù del suo ruolo di terzo contribuente a garantire le paghe di buona parte dell'inetta classe politica parcheggiata a Bruxelles. Una classe politica ben rappresentata da Cecilia Malmstrom, una Commissaria per gli affari interni che - dopo un anno segnato da 100mila sbarchi sulle coste italiane e 2mila morti nel Mediterraneo - rimanda alla «prossima settimana» l'incontro con il suo omologo italiano «per meglio definire le priorità e fornire assistenza» al nostro paese. La stessa persona che in passato non ha perso occasione per bacchettarci come bagnini incapaci e piagnucolosi, il Commissario che si è sempre ben guardato dall'interrogarsi sulla possibilità di allocare mezzi e risorse ora ci spiega di aspettare. Aspettare per aver udienza e sperare nella sua disponibilità.
Di fronte a quella risposta Angelino Alfano ricorda che «l'Italia non aspetta», che l'Italia potrebbe «adottare le proprie decisioni». «Mare Nostrum ha salvato migliaia di vite umane - spiega Alfano in un'intervista - occorre costruire una proposta alternativa alla quale sto lavorando. La sottoporrò al governo ma è un tema che si pone soltanto dopo un'eventuale risposta negativa dell'Ue. Di certo non possiamo attendere a lungo».
E Gianpiero D'Alia, deputato e Presidente Udc, ricorda che l'unica soluzione è mettere in condizione Frontex, oggi agenzia senza arte né parte, di operare come vero «avamposto europeo di gestione dei flussi migratori».Ma intanto il nostro paese è stato stuprato, dileggiato. E ora può solo metterSi in fila. Come un bravo bagnino. E sperare nella paghetta di fine stagione.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.