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Ultimatum Ue a Orbán. "La legge calpesta i diritti"

La von der Leyen attacca l'Ungheria sulla norma omofoba. Il premier replica: "Una parata da circo"

Ultimatum Ue a Orbán. "La legge calpesta i diritti"

Più che un braccio di ferro sembra una guerra aperta. Ormai non passa giorno senza che l'Ungheria sia bersaglio di accuse e di ultimatum sia da parte della Commissione Ue sia da parte dell'Europarlamento. La legge approvata da Budapest, che vieta ai minori l'accesso a informazioni su tematiche Lgbtig, è il terreno di scontro su cui si stanno affrontando due visioni di Europa contrapposte e approfondisce il solco tra l'Est e l'Ovest europeo. Sono più di dieci giorni che assistiamo ai botta e risposta tra Bruxelles e il governo di Viktor Orban, con toni che diventano sempre più accesi. Ieri, la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, nel suo intervento all'assemblea plenaria di Strasburgo, ha rilanciato le accuse a Budapest. «Se l'Ungheria non aggiusterà il tiro, la Commissione userà tutti i poteri a essa conferiti come guardiano dei Trattati». Von der Leyen ha stigmatizzato la norma ungherese per l'ennesima volta: «La legge dice che le pubblicazioni con rappresentazioni di giovani Lgbtiq non possono essere più mostrate ai minori: praticamente l'omosessualità e la transessualità vengono poste allo stesso livello della pornografia. La protezione dei bambini viene usata come pretesto per discriminare l'orientamento delle persone: è vergognoso. Contraddice profondamente i valori fondamentali dell'Ue». La presidente Ue ha infine promesso che userà «tutti gli strumenti che sono a disposizione della Commissione per difendere questi valori».

A dare manforte a von der Leyen anche l'Europarlamento che, a maggioranza, ha chiesto un'azione da parte del Consiglio e della Commissione contro il continuo deterioramento dei valori dell'Ue in Ungheria e Polonia. Quali saranno le rappresaglie contro Orban che non vuole piegarsi ai diktat di Bruxelles? Come già annunciato, la Commissione Ue si appresta ad adottare una procedura d'infrazione. Non solo. Il piano di ripresa e resilienza ungherese, per avere accesso ai finanziamenti del Recovery Fund, è stato bloccato. Si tratta di un pacchetto di 7,2 miliardi di euro. Ieri, il commissario Ue all'Economia, Paolo Gentiloni, ha approfondito la questione. Non si tratta solo dei rischi di corruzione, dell'indipendenza della magistratura o del funzionamento degli appalti pubblici, ma anche della solita e contestata legge ungherese su Lgbtiq. «Con l'Ungheria continuano le discussioni, si tratta di lavorare sugli aspetti che riguardano il rispetto del diritto». Ungheria e Polonia, dal canto loro, si sono rivolte alla Corte di giustizia Ue contestando il regolamento del Recovery Fund relativo al rispetto dello Stato di diritto. E il governo di Budapest ha irriso Bruxelles. «Che peccato! Il cosiddetto dibattito di oggi al Parlamento europeo sulla legge ungherese per la protezione dell'infanzia è stato una parata da circo, un nuovo livello di imperialismo coloniale e morale, un attacco all'Ungheria e orbanofobia», ha scritto il portavoce di Orban. E il capo della cancelleria del premier ungherese, Gergely Gulyas, ha parlato di «divario di civiltà» tra la maggioranza di sinistra al Parlamento europeo e il governo di Budapest.

«La questione della tutela dei minori è di massima importanza ha aggiunto - e Bruxelles cerca invano di portare attivisti Lgbtig all'interno di scuole e asili».

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