Guerra in Ucraina

Un'inflazione alle stelle e risse per lo zucchero. Mosca assaggia la crisi

Carenza di medicine e di fogli per stampanti. E sui giornali si parla già di mercato nero

Un'inflazione alle stelle e risse per lo zucchero. Mosca assaggia la crisi

Il bene più raro è diventato lo zucchero: i social pubblicano video con risse furibonde per aggiudicarsi l'ultima confezione e sui giornali si parla già di accaparramento e mercato nero. Che sia psicosi o no in molti supermercati gli scaffali sono vuoti. Perfino il Cremlino ieri ha dovuto intervenire: «È perfettamente inutile correre nei negozi a comprare farina, carta igienica o zucchero», ha detto il portavoce di Putin Dmitri Peskov. «È una reazione puramente emotiva».

In molti i casi è probabilmente così: di zucchero, per esempio, la Russia ne produce più di quanto ne consumi. Intanto, però, in un mese i prezzi sono raddoppiati. Secondo Rosstat, l'istituto che pubblica le statistiche ufficiali, i prezzi di banane e arance sono cresciuti del 15% da febbraio, quelli delle auto straniere del 16%, gli aspirapolvere del 17 e i televisori del 20. Più contenuti gli aumenti dei telefonini, al 12% (qui per altro si è bloccato il mercato dell'usato: nessuno vende più il proprio vecchio apparecchio nella previsione di poterne ricavare di più in futuro).

Più preoccupante ancora la situazione delle medicine: non sono tanto gli aumenti di prezzo a preoccupare ma la scarsità: molti prodotti, a cominciare dall'insulina, vengono in larga parte dall'estero. L'edizione online del Moskovskij Komsomolets denuncia invece la scomparsa dei fogli formato A4 per stampare. In alcune scuole in cui si usano i computer gli insegnanti hanno chiesto che d'ora in poi siano le famiglie a fornirli. Ma è tutto il materiale d'ufficio a scarseggiare, dice, o registrare un raddoppio dei costi. Molta carta viene importata, molta viene prodotta in Russia con acidi e sostanze chimiche provenienti dall'estero e che già non arrivano più. La Novaya Gazeta ha dedicato invece un titolo preoccupato alla presenza nell'elenco dei beni soggetti a sanzione di deodoranti e mutandine da donna.

In un discorso pronunciato mercoledì Putin ha promesso che per far fronte agli aumenti dei prezzi «salari e pensioni aumenteranno» ma gli analisti stanno elaborando le prime previsioni sull'impatto che la guerra avrà sull'economia russa. Una società di consulenza, Morning Consult, che a dicembre prevedeva una crescita per quest'anno del 2,7% prevede ora una contrazione superiore al 10.

Ieri è tornata a parlare la governatrice della banca centrale Elvira Nabiullina (senza portare spille, dettaglio che gli analisti russi considerano di cattivo presagio) per annunciare che da lunedì si riaprirà parzialmente il mercato dei titoli di Stato e che la Banca Centrale interverrà con acquisti per stabilizzare i corsi.

Tutt'altro problema hanno invece qualche migliaio di oligarchi. Un rapporto dell'associazione bancaria svizzera ha fatto il punto sui beni che hanno lasciato nei forzieri della Confederazione: in tutto ci si avvicina a depositi per 200 miliardi di dollari. Tanti soldi e al sicuro, vista la tradizione del sistema bancario elvetico.

Il problema, per i miliardari russi, è solo riuscire ad andarli a prendere.

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