Ursula al bivio con Ecr. "No alleanze strutturali"

Von der Leyen incontra i Conservatori ma la strada è in salita. Oggi la riconferma di Metsola

Ursula al bivio con Ecr. "No alleanze strutturali"
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L'appoggio o meno di Fratelli d'Italia a Ursula von der Leyen (nella foto a destra) si decide all'ultimo miglio anche se la strada sembra in salita. Oggi si terrà l'incontro risolutivo tra la von der Leyen e la delegazione dell'Ecr in cui i conservatori esporranno le proprie richieste per un eventuale voto a suo favore di una parte del gruppo. La linea dovrebbe essere quella della libertà di voto per le varie delegazioni con i polacchi del Pis orientati al no mentre potrebbe arrivare il consenso del partito del premier ceco Petr Fiala. La posizione di Fratelli d'Italia è riassunta dalle parole del co-presidente Nicola Procaccini: «La piattaforma programmatica che abbiamo letto mi sembra troppo simile a quella degli scorsi cinque anni», sottolineando come la parola finale spetti a Giorgia Meloni: «È un voto diverso da tutti gli altri. È un voto figlio di un accordo di governo, in cui il nostro governo si è astenuto. Questo significa che è una decisione che verrà presa anche sulla scorta delle indicazioni che riceveremo dal primo ministro». Intanto l'attivismo dell'Ecr non si ferma all'Europa con il segretario generale del partito Antonio Giordano che sarà alla Convention dei Repubblicani a Milwaukee.

Di certo non aiuta l'incontro che Ursula von der Leyen ha avuto la scorsa settimana con la delegazione dei verdi che potrebbero garantire l'appoggio dei loro 53 europarlamentari, né soprattutto l'incontro di ieri con la delegazione della sinistra di The Left con la von der Leyen, che ha affermato «So che ci sono differenze fra noi» ma «siete pro europei, pro Ucraina, pro-Stato di diritto e credo sia giusto lavorare insieme». Proprio nell'incontro con il gruppo della sinistra (a cui aderisce anche il Movimento Cinque Stelle) la von der Leyen ha ribadito che «non ci sarà nessuna collaborazione strutturale con l'Ecr» rispondendo a una domanda del vice capo delegazione del Movimento 5 stelle al Parlamento europeo Gaetano Pedullà.

In ogni caso, vista la delicatezza della trattativa, l'ultima parola spetta a Giorgia Meloni che inevitabilmente la collega alla partita che sta giocando l'Italia per ottenere un commissario di peso e una vicepresidenza. Il nome più quotato rimane il Ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto che ieri ha visto a Roma il vicepresidente esecutivo della Commissione Ue Valdis Dombrovskis in un «incontro molto positivo»: «Abbiamo parlato di Pnrr e di Politica di coesione».

Di sicuro non voterà Ursula von der Leyen il gruppo dei Patrioti anche se è scoppiato il caso Vannacci. Per il Rassemblement National, principale delegazione del gruppo, la scelta di Roberto Vannacci come vicepresidente del gruppo rappresenta «un problema per le dichiarazioni rilasciate», a stretto giro è arrivata la replica di Vannacci: «Nessuna preclusione nei miei confronti, sarò vicepresidente dei Patrioti», mentre per Salvini «non si discute».

Intanto è previsto per oggi il primo verdetto tra i «top jobs» europei con il voto al presidente dell'Europarlamento alla plenaria di Strasburgo. Salvo sorprese dell'ultima ora Roberta Metsola (nella foto a sinistra) si appresta ad essere riconfermata con un ampio consenso anche trasversale alla sua maggioranza. Basta guardare il caso italiano per comprendere la stima di cui gode la Metsola che dovrebbe essere votata da quasi tutti i partiti.

Per ottenere la rielezione la politica maltese (che parla un ottimo italiano) deve raggiungere la fatidica quota di 361 europarlamentari dopodiché si passerà al voto dei quattordici vicepresidenti tra cui dovrebbe avvenire la rielezione dell'europarlamentare del Pd Pina Picierno mentre l'Ecr ha candidato il lettone Roberts Zile e l'italiana di Fratelli d'Italia Antonella Sberna. Ieri è arrivata anche la notizia della candidatura di Irene Montero da parte del gruppo della sinistra alla carica di presidente dell'euro camera.

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