Usa, l'inflazione frena e Trump accelera sul dossier della Fed

L'ira presidenziale si concentra soprattutto su Powell, bersaglio ormai fisso di Trump

Usa, l'inflazione frena e Trump accelera sul dossier della Fed
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La stabilità dell'inflazione americana a luglio, nonostante i dazi, sembra dare nuova linfa alla hybris di Donald Trump. Forte di un dato che smentisce le cassandre dei mercati prezzi al consumo fermi al 2,7%, poco sotto il previsto 2,8% il presidente ha attaccato frontalmente la Federal Reserve e il suo numero uno Jerome Powell, ribadendo l'urgenza di un taglio dei tassi e minacciando persino un'azione legale. "I dazi non hanno causato inflazione o problemi al Paese ha tuonato su Truth se non portare immense somme nelle casse del Tesoro. I consumatori non stanno pagando le tariffe". Nel mirino anche Goldman Sachs e il suo ceo David Solomon, invitato sarcasticamente a "trovare un nuovo economista o tornare a fare il dj".

L'ira presidenziale si concentra soprattutto su Powell, bersaglio ormai fisso di Trump. La ristrutturazione della sede della Fed, definita "gestita in modo orribile e incompetente", diventa la possibile leva per anticiparne la rimozione, prima della scadenza naturale del mandato nel maggio 2026. Nel frattempo, il segretario al Tesoro Scott Bessent ha allargato la rosa dei potenziali successori: dalla presidente della Fed di Dallas Lorie Logan alla governatrice Michelle Bowman, dal vicepresidente Philippe Jefferson all'ex St Louis James Bullard, passando per Kevin Warsh, Marc Sumerlin e Christopher Waller. Bullard, che ha confermato contatti recenti con Bessent, si dice pronto a guidare la Fed "a patto che l'indipendenza dell'istituto venga rispettata".

Mentre i lavori di ristrutturazione proseguono e si attende un annuncio in autunno, Trump muove un'altra pedina: nominato E.J. Anthony alla guida del Bureau of Labor Statistics, critico dell'istituzione e persino aperto all'abolizione della pubblicazione mensile dei dati sull'occupazione. Una mossa che alimenta i timori sulla trasparenza dei dati economici su cui la Fed basa le proprie scelte.

Con un'inflazione contenuta grazie anche al calo dei prezzi energetici che ha mascherato rincari nei servizi e nella ristorazione i mercati hanno tirato un sospiro di sollievo.

Le Borse europee hanno chiuso quasi tutte in rialzo, Milano +0,85%, mentre Wall Street si è mossa sempre in positivo (S&P e Nasdaq hanno toccato nuovi record), sospinta anche dalla proroga della tregua commerciale Usa-Cina e in attesa del faccia a faccia tra Trump e Vladimir Putin.

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