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Il valzer dei portavoce Sechi arruolato a Chigi. Esodo da Valditara

Come anticipato dal "Giornale", diventa capo ufficio stampa. Rimane il ruolo forte di Scurti

Il valzer dei portavoce Sechi arruolato a Chigi. Esodo da Valditara

Dopo qualche rinvio e un pizzico di giallo, l'annunciata nomina di Mario Sechi come capo ufficio stampa di Palazzo Chigi prende forma. L'intenzione era stata manifestata da tempo ed era stata annunciata in anteprima da Adalberto Signore sul Giornale. La volontà di Giorgia Meloni era quella di rafforzare la squadra della comunicazione con una figura di esperienza. Il nome dell'attuale direttore dell'Agi circolava da giorni. Anzi la firma sul decreto di nomina era già stata fissata prima del viaggio in Ucraina e poi rinviata a causa dell'influenza che aveva colpito la presidente del Consiglio. Ci sono voluti diversi giorni prima di chiudere definitivamente la questione - la nomina sembrava essersi addirittura arenata - ma alla fine ieri è arrivato il comunicato con il quale la Presidenza del Consiglio ha ufficializzato che a partire dal prossimo 6 marzo sarà effettiva la nomina del giornalista, 55 anni come «capo ufficio stampa e relazioni con i media». Nato a Cabras, Sechi era direttore dell'AGI dal 2019. Volto noto al grande pubblico come commentatore nei talk di approfondimento politico, Sechi ha iniziato a muovere i suoi primi passi giovanissimo a L'Indipendente nel 1992 con Vittorio Feltri, salvo poi nel 1994 venire assunto a Il Giornale, per il quale diventa caporedattore a Genova e poi a Milano. Direttore de L'Unione Sarda nei primi anni duemila, si trasferisce a Roma sempre al Giornale come capo della redazione romana e vicedirettore. Passa poi per la direzione di Panorama e del Tempo. Lavora a Libero e a Il Foglio. Collabora poi anche con Radio24 a Mix 24, programma di di Giovanni Minoli dove è ospite fisso con Pietrangelo Buttafuoco.

Grande appassionato di politica USA - ha seguito più di una campagna presidenziale - Sechi nel 2017 ha creato il progetto LIST, uno strumento di approfondimento giornalistico innovativo online, senza pubblicità ma riservato a pagamento, insieme al socio spagnolo Maite Carpio. Sechi era stato candidato da Scelta Civica, ma la lista non era riuscita a superare la soglia di sbarramento in Sardegna. Il ruolo di coordinatore per la comunicazione e consigliere per l'informazione continuerà a essere svolto da Giovanna Ianniello, la storica portavoce della Meloni. Un ruolo forte, tecnico ma anche politico. Come vicecapo ufficio stampa ci sarà sempre Fabrizio Alfano, altro giornalista parlamentare di lungo corso ed ex portavoce di Gianfranco Fini alla presidenza della Camera, proveniente anche lui dall'Agi. Sechi lavorerà dunque nella squadra dei collaboratori più stretti di Giorgia Meloni. Oltre a Giovanna Ianniello, nell'inner circle ci sono Patrizia Scurti, che della premier è la segretaria particolare e ha un ruolo a tutto campo di «problem solver», e poi i due sottosegretari alla Presidenza del Consiglio, Giovanbattista Fazzolari (che ha la delega all'Attuazione del Programma) e Alfredo Mantovano (con funzioni di Segretario del Consiglio), oltre all'ambasciatore Francesco Talò che svolge le funzioni di consigliere diplomatico. Nelle ultime settimane si sono registrate diverse defezioni da parte dei portavoce governativi. Solo negli ultimi tre giorni si sono dimessi Giovanni Sallusti, portavoce del ministro Giuseppe Valditara, e Marina Nalesso, portavoce del ministro Gennaro Sangiuliano, per ragioni personali. Qualche settimana fa c'erano state le dimissioni del portavoce di Adolfo Urso, il giornalista del Sole 24 Ore, Gerardo Pelosi.

Insomma paradossalmente un governo molto solido e con una grande investitura popolare ha dovuto fare i conti con una certa instabilità interna e ha avuto più che un problema di comunicazione, un problema con i suoi comunicatori.

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