Coronavirus

Veloce, aggressivo ma non più letale. Ecco la variante (ora alla prova vaccini)

Infetta il 70% in più e può influire sulle diagnosi. È una delle 13mila mutazioni, finora nessuna ha resistito ai farmaci. Oggi l'ok dell'Ema

Veloce, aggressivo ma non più letale. Ecco la variante (ora alla prova vaccini)

1.Che cosa significa che esiste una variante del SARS-CoV2?

I virus a Rna, categoria a cui il Sars-CoV2 appartiene, tendono a replicarsi con piccole variazioni anche a causa della necessità ad adattarsi a all'insediamento in organi differenti. I ricercatori dell'Istituto di genetica dell'University College di Londra hanno rilevato quasi 13mila mutazioni in un anno, delle quali 398 sono risultate le più frequenti. La scienza è concorde però nell'affermare che questo virus ha una variabilità genetica dalle dieci alle cento volte inferiore a quella dell'HIV.

2. E allora perché il nuovo ceppo inglese ci preoccupa così tanto?

Intanto perché dimostra che il virus cerca continuamente di «migliorare» le proprie performance aumentando la propria capacità di infettare, dal momento che il suo obiettivo biologico è quello di crescere ed espandersi. Poi perché, come ha ricordato il segretario alla Salute britannico, Matt Hancock, le analisi iniziali suggeriscono che questa variante si stia espandendo più velocemente di quelle esistenti.

3. Insomma, questa variante è più pericolosa?

In realtà sembrerebbe soltanto più contagiosa. Secondo quanto riferito da Patrick Vallance, consigliere scientifico del governo di Londra, nella settimana conclusasi il 18 novembre il virus del nuovo ceppo rappresentava un caso su quattro circa a Londra, nel Sud Est e nell'Inghilterra orientale mentre nella settimana conclusa il 9 dicembre la percentuale era già salita rispettivamente al 62, al 59 e al 43 per cento. Gli studi farebbero intendere che il nuovo ceppo si diffonde fino al 70 per cento più velocemente del ceppo diciamo così tradizionale. E non perché sia di suo più veloce ma perché più aggressivo.

4. Insomma, Oltremanica è già il ceppo prevalente?

Certamente lo è nelle zone del Sud dell'isola, che dall'inizio dell'emergenza sanitaria è la più colpita del Regno Unito. E questo spiegherebbe il repentino aumento dei contagi delle ultime settimane.

5. È anche più letale?

Al momento non ci sono elementi per dire che il nuovo ceppo causi una forma di malattia più grave o provochi una maggiore mortalità.

6. Quando si è manifestata la variante?

I primi casi si sarebbero verificati a metà settembre scorso, ma è soltanto all'inizio di dicembre che il nuovo ceppo è stato identificato.

7. La nuova variante può influire sui metodi diagnostici?

Sì, secondo l'Organizzazione mondiale della sanità la nuova variante potrebbe anche incidere sull'efficacia di alcuni metodi diagnostici. Non è chiaro però se e come.

8. La nuova variante potrebbe rendere inefficace il vaccino?

Non è ancora chiaro. Esiste però un cauto ottimismo da parte della comunità scientifica sul fatto che il vaccino (sull'autorizzazione per quello Pfizer-BioNTech deciderà oggi l'Ema) possa immunizzare anche dal nuovo ceppo. Moncef Slaoui, capo dell'Operazione Warp Speed per il vaccino americano, ha detto alla Cnn che fino a ora, non credo che ci sia stata una sola variante resistente al vaccino.

9. Ieri si è saputo che il nuovo ceppo è stato isolato anche in Italia? Dobbiamo preoccuparci?

Dovevamo aspettarcelo. Il nuovo ceppo, dopo essersi diffuso in Inghilterra, ha già cominciato a camminare per l'Europa: secondo l'Oms la nuova variante è stata rilevata anche in Danimarca, Paesi Bassi e Australia. E anche l'Italia, malgrado abbia tempestivamente sospeso i collegamenti aerei con la Gran Bretagna, non poteva dirsi al sicuro. Non dimentichiamoci che il SARS-CoV2 è arrivato dalla Cina, Paese ben più lontano dell'Inghilterra. Speriamo che sia stato isolato in tempo per arginarne la diffusione.

10. C'è un legame tra l'emergere del nuovo ceppo e il diffondersi del virus tra gli animali da pelliccia?

Effettivamente gli allevamenti di visoni e altri animali da pelliccia si sono dimostrati importanti focolai del Coronavirus. Non solo: come detto, è proprio quando il virus si deve adattare a organismi differenti che sviluppa delle mutazioni. Per questo la Danimarca ha condotto dei mesi scorsi una massiccia campagna di soppressione dei mustelidi (si parla di 15-17 milioni di esemplari), anche pagando un pesante costo economico.

Malgrado proprio la Danimarca sia tra i Paesi colpiti dal nuovo ceppo non ci sono al momento prove del collegamento tra i due fatti.

Commenti