L'analisi è impietosa: il Pd è imploso. La conseguenza (o l'auspicio) che ne trae Nichi Vendola è questa: nascerà un nuovo movimento. Ma tradotto dal politichese che vuol dire? L'ex presidente della Puglia, in questi giorni molto attivo sui giornali, lo spiega in un'intervista a Repubblica. Sostanzialmente vuol dar vita a un raggruppamento che vada dagli scontenti del Pd fino a Sel e De Magistris, senza escludere ciò che si muove nel magma dei 5Stelle. Un progetto ambizioso anche se di non facile realizzazione. Vendola se ne rende conto e getta acqua sul fuoco dell'entusiasmo di D'Alema, che aveva parlato di una forza in grado di raccogliere il 10% dei consensi."Non so se un movimento popolare di riscossa della sinistra che vada da D'Alema a De Magistris e dopo la crisi del Pd oggi sulle labbra dei suoi stessi fondatori come Bersani, arriverebbe al 10% dei consensi, o a quanto. So però che mettendo insieme le esperienze, le pratiche, la cultura di chi ha resistito a sinistra, si può diventare punto di riferimento e speranza di milioni di italiani. Ma per farlo non basta sommare forze occorre un progetto di radicale discontinuità".
Da sempre abilissimo con le parole (e i giri di parole), Vendola si sofferma anche sull'ipotesi di un ritorno al voto in tempi brevi: "Se la leadership del Pd usa qualsiasi argomento per evocare le urne, i grillini e parte della destra invocano il ritorno al voto, non possiamo essere certo noi titubanti davanti alle elezioni". Poi rifila una bordata ai parlamentari democratici: "Eletti sulla base del programma del centrosinistra "Italia Bene comune", ne stanno realizzando un altro, quello di Forza Italia".
Il progetto di Vendola a tutti gli effetti sembra quello di un listone di sinistra, alternativo a Renzi: "Bisogna mettere in campo un movimento popolare di riscossa della sinistra. Siamo interessati a 'Consenso', il movimento di D'Alema, il quale ha contribuito alla vittoria del No al referendum. Il Pd di Renzi si è rotto, sta implodendo. O come dice Bersani, la "ditta" non c'è più. Siamo interessati a quello che nel Pd avanza con le prese di posizione di Enrico Rossi e di Michele Emiliano. E a quello che è riuscito a costruire De Magistris a Napoli. A quanto si muove nei 5Stelle. Non dimentichiamo poi che c'è un popolo che si è rifugiato nell'astensione".
Ma se Vendola per certi versi vuol rifondare un partito (o un'aggregazione) di sinistra, qual è il suo giudizio su Renzi e il renzismo. È davvero in grave crisi, non più in grado di restare unito? "Il Pd - osserva l'ex governatore - è stato sottoposto a un'opera di renzianizzazione. Ma non sono in grado di valutare la tenuta del partito. Quella di Renzi mi sembra una parabola compiuta che, spoglia della generica affabulazione, ha determinato un rigetto generalizzato".
Ma può esserci una convergenza con il progetto di Bersani, che ieri ha parlato di un nuovo Ulivo? Su questo punto Vendola sembra frenare: "Siamo a un punto tale che occorre un progetto radicale. E poi il torcicollo in politica rischia di essere una malattia". Ma che vuol dire? Se sinistra deve essere, sia davvero tale, non annacquata nella salsa neocentrista dell'Ulivo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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