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La vera guerra tra Pd e Conte: ecco cosa può far saltare il banco

L’eventuale partito del premier mette in guardia i dem, agitando le acque del governo giallorosso. Lo scenario

La vera guerra tra Pd e Conte: ecco cosa può far saltare il banco

Un sondaggio lo dà al 12%, un altro al 14% e un altro ancora al 15%. L’eventuale lista elettorale del presidente del Consiglio Giuseppe Conte è un duplice spauracchio, che fa storcere il naso sia al Movimento 5 Stelle, sia al Partito Democratico.

Non è una novità che da settimane, o meglio mesi, l’inquilino di Palazzo Chigi si sia fatto sempre più ingombrante per le due forze di maggioranza. Da un lato il premier sembra intenzionato a svincolarsi in futuro dai giallorossi, dall’altro Pd e M5s sembrano voler fare lo stesso. Nel mentre prende appunto forma l’idea di un partito del presidente. E all’interno della già traballante maggioranza e anche all’interno dei già divisi gruppi parlamenti dem e grillini, si fa largo il nervosismo.

La lista "contiana"agita non solo i pentastellati – che scelsero proprio l’avvocato come premier dopo le elezioni del 4 marzo 2018 – ma anche il piddì. E anche se, almeno per il momento, le chat dei gruppi parlamenti non si sono infuocate sul tema, fra i deputati e i senatori democratici cresce l’agitazione.

Il motivo? Presto detto: secondo i tre istituti demoscopici che hanno sondato l’ipotesi di fantapolitica – YouTrend, Ixè ed Emg Acqua – il partito di Conte andrebbe a togliere al Partito Democratico il 5% dei voti, facendo di fatto sprofondare la compagine del segretario Nicola Zingaretti a un risicato 15%.

Ed ecco allora perché, come riportato dall’Agi, una fonte dem di Palazzo Madama confessa che "nessun fa i salti di gioia a sentire nominare il partito di Conte". In quel di Montecitorio l’umore è lo stesso, visto che alcuni deputati di Base Riformista, nella sostanza, si dicono indispettiti da fatto di vedersi costretti a correre dietro a rumors di questo tipo in questo momento storico.

Un deputato della Base Riformista dem dice: "Consiglierei al presidente del Consiglio di studiare la storia recente della Repubblica: non c’è mai stato un partito personale che abbia avuto successo". E, riporta sempre l’Agi, gli ha fatto eco un collega: "Non accetteremmo mai una riedizione di 'Qualcuno volò sul nido del cuculo'". Nel senso, nessuno – all’interno della maggioranza, almeno a parole – vuole che il premier utilizzi il suo ruolo a Palazzo Chigi come trampolino di lancio per lanciarsi nell’avventura politica in solitaria.

Un dem, ex fedelissimo di Matteo Renzi, come Luca Lotti mette in guardia Conte e l’intera maggioranza sulla tenuta dell'esecutivo: "Questo è il momento della responsabilità, non della fantapolitica. Ora l'unica cosa da fare è proseguire nelle azioni per aiutare famiglie e imprese. Eviterei di avventurarsi in ipotesi avventate". Più cauto il vice segretario dem Andrea Orlando: "Non abbiamo nessuna preoccupazione".

Staremo a vedere.

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