
Il mare, spesso, è solo un miraggio. Nel deserto, eccome. Distese di sabbia che sembrano acqua. Ma anche oltre la spiaggia, preso il largo, talvolta il miraggio ha il sopravvento. E la destinazione si confonde col sogno. Si mescolano onde e orizzonti. Il sole, poi, si specchia e diventa diamante, migliaia di carati sotto un cielo terso. E piccoli frammenti di luce che dalla terraferma brillano come un campo d'argento. Chissà cosa doveva essere il Mediterraneo, quando gli eroi greci sfidavano le bizze degli dei. Oggi, di eroi, quel mare non ne vede più tanti, forse nessuno, il mito ha lasciato il passo alla parodia, i sogni si sono tramutati in ideologia. Ma, se un briciolo di poesia vogliamo ancora conservarla nel raccontare le traversate di oggi, non potevamo che sperare nella sceneggiatura di Umberto Contarello, lui che ha saputo disegnare così bene La grande bellezza di Paolo Sorrentino, per immortalare in un walzer di poche frasi la missione della Flotilla.
Inutile parafrasare. Probabilmente ne storpieremmo la musica, sicuramente finiremmo per rovinarne il significato. E così non ci resta che copia-incollare da Facebook: "Ho visto bandiere, occhiali da sole, sorrisi larghi da avventure oceaniche, ho visto facce baciate da cause giuste e ho visto cronache di navigazione, saluti, appuntamenti di ricongiunzione. Ho visto salire a bordo di barche che conosco a memoria piedini tremebondi e zaini e zainetti e scarpe da trekking. Non ho visto una meravigliosa e toccante scena di carico di provviste per quei poveri disgraziati. Io lo so che in quelle cabine ci stanno al massimo quattro scatoloni pronti ad inumidirsi. Io vi ho sentito dire da tre giorni non sono le provviste il nostro obbiettivo ma testimoniare il genocidio. Forzare il blocco. Allora vi chiedo di documentare generosamente come i diari di bordo ogni momento della consegna del materiale. Dovete prometterlo a chi vi segue". E, infine, la dedica: "Luca Casarini a me non la fai".
Quel Luca Casarini. L'ex no global, ai tempi del G8 di Genova. Altre ere politiche. Poi, con l'ong Mediterranea, l'impegno nel salvataggio degli immigrati. Ma questa è un'altra storia. Oggi il cuore di Casarini batte per Greta Thunberg (ancora lei, non più in versione green) e i suoi seguaci. La traversata alla volta di Gaza. Le parole d'ordine: aiuti umanitari per fermare il genocidio. Ad ogni costo. Ed ecco sorgere il sospetto, e cioè che l'ideologia anti Netanyahu sia il vero carburante della spedizione. Così, quando l'ex no global lo sfida a imbarcarsi, Contarello non può che declinare: "Non mi imbarco perché questa missione non è una missione umanitaria. È un trito gesto politico vestito da una regia enfatica e ricattatoria. L'ambiguità sta nella fusione silenziosa tra le parole Gaza e Hamas. La politica non è umanitaria e questa missione omette la natura terroristica e sanguinaria di Hamas.
Fino a quando il vostro' movimento non chiamerà Hamas con il nome corretto e non blasfemo di partigiano, assisterò al gioco delle tre carte". Un gioco a perdere. Perché "parodizzare umanitarismo con lingua veltronista è la miscela più indigesta a cui posso assistere".