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Un viaggio a due per raccontare "I mille volti d'Oriente"

Dai bonzi ai banchieri di Bangkok, alla natura: l'incanto di un mondo nelle pagine degli autori

Un viaggio a due per raccontare "I mille volti d'Oriente"

Un libro a quattro mani, il racconto di un viaggio appassionato e appassionante nel sud-est asiatico. Questo è I mille volti d'Oriente, romanzo scritto da Aristide Malnati e Virginia Reniero, incentrato sull'esperienza fatta prima della pandemia in uno degli angoli più affascinanti del pianeta.

Gli aneddoti sono l'elemento in più del libro, che punta molto anche su ironia e autoironia, due fattori che si riscontrano in diversi passaggi del volume, dove i due autori vogliono coinvolgere il lettore, facendolo sentire parte della scena descritta. È evidente che non sia la classica guida turistica che vuole raccontare la solita avventura esotica ma, piuttosto, tratteggia i ritratti dei suoi protagonisti inseriti nel loro ambiente, con l'occhio esterno ma curioso di chi l'ha scritto. Descrive, ma in un certo senso vive, la routine dei contadini e dei pescatori ma anche degli stregoni e dei santoni che ancora svolgono un ruolo importante in quel tipo di società. Ma ci sono anche le grandi città come Bangkok, dove vive una realtà più simile a quella occidentale, ma pur sempre profondamente legata alla tradizione rurale.

«Abbiamo fatto parlare i barcaioli, i pescatori, gli abitanti dei villaggi, gli indovini, gli stregoni, i bonzi legati alla variegata spiritualità che c'è in oriente», spiega Malnati, sottolineando che lo spazio per la natura è enorme, perché la sua forza arcana è uno dei tratti distintivi di questo libro. È questo uno degli elementi sui quali i due autori si sono concentrati nel corso della presentazione, che si è tenuta a Milano al «Mercato Isola». Perché la vegetazione è la vera protagonista in quel remoto fazzoletto di pianeta. I due autori hanno vissuto l'esperienza in prima persona, tra tuffi in acqua tra le mante e incontri ravvicinati con i varani. Hanno esplorato le grotte di Flores in cui vivevano gli ominidi, per un racconto sentito e avvincente tra ieri e oggi. Questo libro, spiega Malnati, è «un atto dovuto nei confronti di questi Paesi, che si sono aperti con molto equilibrio. Ci hanno concesso degli spazi nei quali dialogare con loro. Speriamo possa essere il primo di una serie di libri».

Reniero ha voluto sottolineare la volontà di «creare una continuità senza specificare chi scrive, pur mantenendo ognuno di noi due il proprio tratto stilistico».

Un esperimento riuscito, che avvolge il lettore e lo culla con le suggestioni raccontate.

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