Più che lo schiaffo sferrato al carabiniere, a far male è il senso di impunità di chi ha compito questo gesto: un ambulante abusivo che non solo non avrebbe potuto vendere la «sua» merce taroccata, ma non sarebbe dovuto essere neppure sul nostro territorio nazionale. Un clandestino. Che da irregolare si permette pure di alzare le mani su chi è «reo» solo di fare il proprio lavoro, ripristinare la legalità. Ora il militare è in ospedale col naso fratturato. «Perché non ho reagito? Non volevo determinare una situazione di pericolo ai cittadini», è la motivazione - tecnicamente condivisibile - che il carabiniere ha riferito ai superiori, ricevendo il loro assenso.
Eppure... Eppure, a noi cittadini, vedere e rivedere sul web quel carabiniere malmenato da migrante fuorilegge fa salire una rabbia difficilmente comprensibile. Perché non ha reagito? Perché non l'ha arrestato? Perché si è rimesso in auto ed ripartito tanto precipitosamente da sembrare che stesse fuggendo? Per cercare una risposta, riavvolgiamo il nastro.
Martedì 5 giugno, ore 11,30, centro storico di Pisa. Tanti turisti. Tanti ambulanti africani che vendono le solite false borse «griffate».
Un'auto dell'Arma arriva in via Vecchia Barbaricina. I militari hanno l'ordine di sequestrare tutta la merce contraffatta. Sono i cosiddetti «pattuglioni»: blitz che vengono fatti ogni tanto per dare l'impressione che lo «Stato c'è». Piccole prove di forza che gli abusivi accettano senza agitarsi più di tanto, perché sanno bene che nel giro di pochi minuti tutto potrà tornare come prima. Ma l'altroieri a Pisa succede qualcosa di imprevisto: i carabinieri portano via 160 borse e questo gli ambulanti non lo accettano. Si permettono di fare la voce grossa. Di più, uno di loro si avvicina a un carabiniere e lo colpisce. Il video che immortala l'aggressione è chiaro, nitido, non ci sono dubbi sulla dinamica del gesto. Il colpevole viene redarguito anche da alcuni suoi connazionali, ma la drammaticità della sequenza non cambia di una virgola. Esattamente come nei giorni scorsi in varie parti d'Italia dove, nel corso di manifestazioni, altri rappresentanti delle forze dell'ordine sono stati vigliaccamente picchiati, dopo essere stati isolati o dopo che erano addirittura caduti a terra.
Non è una questione di pelle: un bianco o un mero che si scaglia contro un poliziotto o un carabiniere è sempre e comunque un criminale che va arrestato. Ed è questa la sorte che probabilmente toccherà all'extracomunitario «manesco» di Pisa, facilmente riconoscibile attraverso il video-choc, tra i più cliccati ieri in rete. Ma nella città della torre pendente la tracotanza degli ambulanti di colore è cosa nota: un anno fa, sempre nella stessa zona, anche dei finanzieri furono picchiati al grido di: «Questa è zona nostra, qui comandiamo noi». Una scena-fotocopia di quanto accaduto martedì: uno dei militari scende dalla macchina e si dirige verso chi protesta. C'è un breve contatto, continuano a essere lanciati oggetti, nel mezzo c'è anche una donna.
Il militare tenta di risalire ma viene raggiunto da uno dei «manifestanti» che lo schiaffeggia e lo spintona. Lui non reagisce. Sale sulla gazzella, ripartendo con le sirene accese. Alle sue spalle il branco urla: «Bastardo!».Accade in Italia, nel 2018.
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