Le vignette di Charlie contro il Pontefice sul sito dei gesuiti: «Sì a humor sulla fede»

Vignetta. «Finalmente libero» sospira Papa Ratzinger dopo le dimissioni, abbracciando una guardia svizzera con i cuoricini negli occhi. Vignetta. Gesù sulla Croce con la scritta: «Un'altra elezione truccata!». E poi: «Staccatemi, voglio votare». Vignetta. «Il Papa a Rio». Ed ecco Bergoglio svestito come una ballerina carioca che dice: «Pronto a tutto pur di raccattare clienti». A pubblicarle sul suo sito è Études , rivista dei Gesuiti francesi. Le ragioni dell'irriverenza verso Benedetto e dell'ironia sulla correttezza dell'elezione di Bergoglio? «Abbiamo scelto di pubblicare alcune vignette di Charlie Hebdo sul cattolicesimo. È un segno di forza poter ridere di certi tratti dell'istituzione alla quale appartiamo, perché è un modo di dire che ciò a cui siamo legati va al di là delle forme sempre transitorie e imperfette. L'humour nella fede è un buon antidoto al fanatismo e a uno spirito serioso che tende a prendere tutto alla lettera». L'articolo, firmato dalla redazione, s'intitola Je suis Charlie .

Nonostante sul sito non compaiano le vignette più crude su Dio e la Madonna, la decisione ha suscitato divisione e una piccola rivolta dei lettori. Accanto a chi applaude e parla di «coraggio» o «gesto che vi onora» o scrive «bravi! in un momento di grande crisi, in cui le religioni si mostrano violente, ne abbiamo grande bisogno», non mancano gli interventi critici. Qualche commento. Il sussulto popolare: «Non date prova di coraggio, remate nel senso della corrente... Siete caduti nella sindrome lady D?». Il sentimento offeso: «Mi domando come potete sputare anche su Cristo..

Pregate lo Spirito Santo di dare luce alla vostra coscienza oscurata dal desiderio di piacere». L'analisi severa: «Pensiero minimalista, modo di esprimersi minimalista. Partecipate alla collettiva perdita di cervello. Ci si aspetta di meglio da una rivista con pretese intellettuali». Un dibattito acceso.

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