Cronache

Per vincere la sottomissione via i veli dalle scuole

Per vincere la sottomissione via i veli dalle scuole

È a lieto fine la storia di Malika Chalhy. La giovane, omosessuale, minacciata e cacciata dai genitori ha una nuova vita, in una città lontana e da persona libera. La nostra Costituzione riconosce il diritto naturale della persona a non subire imposizioni da altri, sia fisiche che morali. Un diritto che è stato negato a Hina Saalem e a Sanaa Dafani, assassinate da genitori orrorifici che antepongono il fanatismo religioso all'amore per le figlie, picchiate, segregate e uccise perché non volevano indossare il velo ma i jeans, sposare un cugino al posto del ragazzo che amavano.

La stessa sorte potrebbe essere toccata anche a Saman Abbas, diciottenne di origini pachistane, rea di aver rifiutato il matrimonio combinato dai suoi genitori. L'onore della famiglia, il disonore per la religione musulmana possono costituire moventi per cui una madre e un padre ammazzano una figlia che hanno cresciuto tra mille difficoltà, legate ad una immigrazione che non immagina integrazione. Il delitto d'onore, abrogato in Italia nel 1981, prevedeva una pena molto clemente per l'assassino che uccideva dopo aver scoperto una relazione carnale illegittima in grado di determinare uno stato d'ira causato dall'offesa recata all'onore. Il delitto d'onore è l'attuale femminicidio e non prevede attenuanti di sorta nella nostra legislazione.

La donna non è più considerata un oggetto che appartiene all'uomo che può deciderne vita e destino. Delitti che non sono più concepiti come figli dell'amore e della gelosia ma di un narcisismo che non sa accettare l'umiliazione dell'abbandono. L'uomo occidentale uccide la partner perché non vuole essere lasciato e non perché la sua religione prevede la sottomissione della donna tra le mura domestiche. In nome del relativismo culturale condanniamo fermamente il femminicidio accettando che migliaia di islamiche nel nostro paese debbano subire restrizioni della libertà personale. Se fosse illegale indossare il velo a scuola e nelle università si manderebbe un chiaro messaggio ai genitori che pensano di poter imporre la loro sottocultura maschilista e misogina alle figlie.

Ci si volta dall'altra parte per paura di essere accusati di islamofobia mentre giovani donne nel nostro paese sono costrette a un'esistenza al di fuori dei diritti costituzionali, a una vita di privazioni, alla paura e a volte alla morte.

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