In piena emergenza coronavirus e con tutte le difficoltà (sanitarie ed economiche) che questa nuova malattia porta con sé, anche l'ex presidente del Consiglio, Romano Prodi, su questo ha rilevato da parte dell'Unione europea un comportamento equivoco. Lo ha fatto ieri mattina, in un editoriale su Il Messaggero, dove ha scritto: "La seconda fase della nostra politica antivirus deve essere dedicata a promuovere una strategia europea per impedire una crisi irreversibile che, fra un paio di settimane, toccherà anche gli altri membri dell'Unione. La scorsa settimana, l'Europa ci ha inviato, su questo, messaggi ambigui".
Prodi contro Lagarde
Secondo quanto riportato da La Verità, le parole dei giorni scorsi del presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, avrebbero provocato indignazione nell'ex presidente del Consiglio. Prodi, infatti, commentando le sue esternazioni, ha dichiarato che le affermazioni di Lagarde avrebbero "provocato un disastroso panico in tutti i mercati finanziari e un enorme danno per l'Italia". E intervistato anche da La Stampa, in queste ore, l'ex presidente, avrebbe confermato le sue posizioni e parlando di Lagarde avrebbe detto: "Di lei si era detto che non ha esperienza tecnica, ma che è una raffinata politica. Speriamo che abbia imparato un po' di tecnica".
"La Commissione ha aspettato"
L'ex presidente del Consiglio, per una volta, nei confronti dell'Unione europea è sembrato più critico, sottolineando le criticità del momento: "La Commissione europea, prima di pronunciarsi, ha aspettato che l'emergenza coronavirus diventasse tragica. Certamente, la presidente Ursula Von der Leyen ha fatto dichiarazioni positive, ma lo erano pure quelle sul Piano verde. Poi, per la verità, non ha potuto mettere le necessarie risorse nel Bilancio".
"La gravità impone di cambiare"
"Penso e ripenso a come potere uscire da questa grave emergenza. E credo che l'Europa e l'Italia siano chiamate a decisioni all'altezza di una crisi senza precedenti. Alla tragedia delle vite umane, si unisce il dramma economico", ha chiarito Prodi. Che aggiunge: "Tutto è esempre nelle mani del Consiglio. Decidono gli Stati, ma ora la gravità della situazione impone di cambiare". E per Prodi, un segnale di cambiamento reale ed epocale è legato al concetto di solidarietà: "È arrivato il momento di mettere in atto un salto di solidarietà, di lanciare una strategia europea per impedire una crisi irreversibile che toccherà anche gli altri Paesi europei".
"La misura? Gli eurobonds"
E avrebbe invocato persino l'utilizzo degli eurobond come strumento di unione tra Paesi: "La misura da prendere è l'emissione di Eurobonds, come sturmento per raggiungere obiettivi comuni. Gli Eurobonds, da una parte, sarebbero il segno della solidarietà, ma consentirebbero anche l'avvio della politica economica e della fiscalità a livello europeo che ancora non esistono". L'ex presidente, poi, avrebbe teorizzato persino una sorta di fine della globalizzazione, spiegando che le multinazionali americane stanno "progettando un seppur parziale 'restoring'".
"Momento eccezionale, misure eccezionali"
"Per un momento eccezionale servono risorse finanziarie eccezionali", ha spiegato Prodi, che ha poi parlato di un "piano nell'ordine delle centinaia di miliardi, anche se non possiamo quantificarlo ora, perché non sappiamo quanto precisamente durerà questa crisi e quale profondità avrà". L'ex presidente del Consiglio, ha specificato anche che "questa volta nessuno potrà dare colpe all'Italia o a un singolo Paese: "Temo che, tra qualche giorno, comprenderemo che la crisi determinanta dal virus non è soltanto un problema italiano. Noi abbiamo più debito di altri, ma questa crisi tocca tutti. Anche i tedeschi, di fronte ai fatti nuovi, cambiano idea".
La proposta di Prodi
E sottolineando le reazioni degli ultimi giorni di Paesi e istituzioni, Prodi ha aggiunto: "L'Europa politica non potrà mai decollare da una teoria, ma dai fatti. Se non capiamo che oggi, l'Eurobondo è legittimato politicamente, oltreché tecnicamente, quando lo capiremo? È arrivato finalmente il momento di dotarsi di uno strumento di intervento straordinario, che vale per tutti: il titolo pubblico del debito pubblico europeo".
Il concetto di Europa unita
Interpellato sul concetto di emergenza epocale, Prodi ha aggiunto: "È bene che in tempi ordinari la politica sanitaria resti una competenza nazionale, ma è evidente che davanti a un'emergenza, se tu produci mascherine e io i respiratori, la cosa più logica è scambiarseli. Agire in comune è infinitamente più efficace che agire separatamente". Intanto, l'agenda dell'incontro in Europa di oggi è stata modificata e prevede al primo punto la discussione sulle politiche da attuare per rispondere all'emergenza coronavirus.
Tuttavia è anche prevista la discussione sul meccanismo europeo di stabilità e sull'introduzione del "common backstop". E giovedì è prevista, in calendario, una riunione dell'Ecofin e fino a ieri, il programma dei lavori non avrebbe citato nemmeno il Covid-19.
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