La vita a 5 stelle di Di Maio spesi 100mila euro in eventi

Il parlamentare in tre anni è costato più dei suoi colleghi e si tiene tutta la diaria. Grillini in rivolta

La vita a 5 stelle di Di Maio spesi 100mila euro in eventi

Sempre più sotto pressione la leadership di Luigi Di Maio. Il giovane enfant prodige della politica a cinque stelle non è più «fuori discussione». Non bastano le accuse di comportamento «pilatesco» rivoltegli per la questione tutt'altro che risolta della raccolta di firme per ultime elezioni amministrative in Sicilia.

Ci sono anche le spese per i suoi viaggi ufficiali ad alimentare le polemiche. I duri e puri dicono siano troppo alte. Nel libro che stanno scrivendo e pubblicando a puntate sul web due fuoriusciti (Marco Canestrari e Nicola Biondo) vengono ricostruite le spese di attività politica di Di Maio e compagni. Si assottiglia di quasi la metà, a esempio, la restituzione delle diarie dei parlamentari. Mentre nell'ultimo mese certificato (maggio 2016) il solo Di Maio (che gode anche di indennità di vicepresidente) avrebbe restituito soltanto 460 su quasi 12mila euro. A far discutere poi è il dato riguardante gli «eventi sul territorio», per i quali il solo Di Maio avrebbe speso in tre anni più di centomila euro. La distanza dal secondo arrivato in questa speciale classifica è - secondo l'ala dura del movimento - imbarazzante (si tratta di Roberto Fico con 31.600 euro).

Insomma siamo lontani dall'idea della politica «a costo zero» tanto sbandierata da Grillo e Casaleggio al nascere dell'azione politica del Cinquestelle. Di Maio si difende e anche il Direttorio fa quadrato su di lui sostenendo che si tratta di malizie ingiuste, visto il ruolo che Di Maio ricopre all'interno del Movimento e in Parlamento (vicepresidente della Camera dei deputati). Roberto Fico (altro nome di peso del grillismo) si spende anche sui social network per gettare acqua sul fuoco. «Nel movimento Cinque stelle non ci saranno mai correnti interne - tuona Fico dalla sua pagina Facebook - Si lavora tutti a un obiettivo comune che è quello di cambiare il Paese e di restituirlo ai cittadini italiani praticando la democrazia diretta. Il movimento rimane leale a se stesso, tutto il resto sono chiacchiere da bar». Tra le «chiacchiere» che però continuano a farsi si parla di un incontro ristretto dopo i funerali di Dario Fo. Un incontro dove si sarebbe parlato appunto della libertà d'azione di cui gode Di Maio.

Pochi, però, all'interno del Movimento, hanno il coraggio di uscire dall'anonimato. Una di questi è la senatrice Elisa Bulgarelli che non si trattiene dal dire che quello che una volta era un movimento radicale sta scoprendo il «gusto» delle correnti e del «leaderismo». L'accusa indirettamente è rivolta anche a Grillo che si sta spendendo per garantire con la sua autorità l'«immunità» a Di Maio.

Tra loro, dicono i bene informati, ci sarebbe un patto di ferro. Il primo coprirebbe il secondo fino a quando non diventa il candidato ufficiale contro Renzi alle prossime elezioni politiche. Solo allora il comico genovese farebbe un passo indietro (o di lato).

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