"Vivo un malessere, indietro non si torna"

Le parole del ragazzo: "Mi sento estraneo". I pm: "Non sa spiegare l'istinto omicida"

"Vivo un malessere, indietro non si torna"
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Ha ucciso tutta la famiglia con un coltello da cucina, ora Riccardo, 17 anni, aspetta gli eventi all'Ipm Beccaria. Si trova al centro di prima accoglienza del carcere minorile, in attesa dell'udienza di convalida. Di lui, di quello che c'è dietro la strage di Paderno Dugnano, prova a dire il procuratore per i minorenni facente funzioni di Milano Sabrina Ditaranto. «Ha dichiarato di vivere un malessere. Qualcosa di interiore, non però rivolto in particolare contro la propria famiglia».

Una famiglia che il magistrato definisce «più che normale, direi felice». Quel malessere non ha un nome, non viene descritto. «Il ragazzo non ha saputo spiegare meglio di cosa si tratti. Di questo non ha consapevolezza». Si sentiva «oppresso» o «isolato» all'interno della famiglia? «Non ha detto questo. Ha piuttosto parlato di un senso di estraneità verso il mondo, non verso i genitori. Si sentiva altro». Il suo malessere sembra riguardare la relazione con gli altri, spiegano gli inquirenti. Un disagio «generico, ma radicato. E che gli ha fatto nascere pensieri omicidi».

Dopo la confessione il giovane ha anche dichiarato che avrebbe voluto «andare a combattere in Ucraina». Stando a quanto riporta l'Agi, avrebbe poi detto, riferendosi alle sue vittime: «Pensavo che uccidendoli avrei potuto vivere in un mondo libero». Frasi che non vengono considerate un movente in senso tecnico dagli inquirenti ma che delineano la condizione psicologica in cui si trovava lo studente. Durante la confessione in caserma, assistito dagli avvocati Giorgio Conti e Chiara Roveda, ha cominciato a rendersi conto di quello che ha fatto. È apparso «fragilissimo». Si è stupito: «Non pensavo che avrebbero sofferto così tanto». Ditaranto cerca di calare la personalità del 17enne nella realtà che viveva. «La festa di compleanno del padre con tutti i parenti, proprio poche ore prima del massacro, può aver acuito un pensiero che già aveva. Di solito i festeggiamenti sono un momento critico per chi soffre, lo dico come considerazione sociologica». Alla festa lui non aveva avuto comportamenti insoliti: «Comunque è sempre stato un ragazzo riservato, quindi nessuno ha notato nulla». Il magistrato sottolinea che per parlare di pentimento del 17enne è ancora presto: «Ha però espresso dolore, sa che non si torna indietro, che ha fatto qualcosa di irreversibile, definitivo. In questo è apparso lucido. Piange ed è molto provato. Ma è pronto ad affrontare il percorso penoso che lo aspetta».

Alcune risposte sul perché il liceale abbia ucciso i genitori e il fratellino potrebbero arrivare dall'analisi del suo cellulare. Per ora si sa che, a differenza della maggior parte dei coetanei, non usava i social. Gli investigatori hanno cercato uno stimolo all'aggressività nella musica che ascoltava e nei videogiochi, ma niente è emerso. «Ci ha detto che ascolta canzoni molto tristi», aggiunge il pm dei minori. The long and winding road dei Beatles, la sua preferita. Nel centro di prima accoglienza del Beccaria il 17enne sta già facendo colloqui con gli educatori che lavorano a una prima relazione da consegnare al gip. Dopo arriverà la richiesta di misura cautelare della Procura e verrà fissata l'udienza di convalida. «Sta ricevendo il sostegno previsto dall'ordinamento minorile». In una seconda fase è prevedibile che il ragazzo verrà sottoposto a un accertamento psichiatrico.

Aggiunge il magistrato minorile: «C'è più solitudine oggi tra i giovani.

Manifestano un malessere importante soprattutto per gli aspetti che riguardano la socialità. Sta diventando un vero problema». Mentre il Garante per la privacy ieri ha censurato alcuni organi di informazione e il rischio di «far degenerare la cronaca nella morbosa spettacolarizzazione della vicenda».

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