Politica

Il Ppe spinge il Cav al Colle: "Da sempre chiaramente pro Ue"

Il presidente del Ppe spera nell'elezione del Cav al Colle: "Silvio è sempre stato chiaramente pro europeo, anche in periodi difficili in Italia"

Weber spinge Berlusconi al Colle: "Da sempre chiaramente pro Ue"

L'ipotesi di Silvio Berlusconi come prossimo presidente della Repubblica non è più utopia. Il ritorno da protagonista del Cav ha inevitabilmente cambiato gli scenari e gli equilibri sul piano politico nazionale e dunque non si può escludere a priori che possa essere eletto al Colle. Un'ipotesi che è stata benedetta da Manfred Weber, presidente del gruppo del Partito popolare europeo nel Parlamento Ue, che ha riconosciuto come il leader di Forza Italia si sia sempre distinto in questi anni nonostante i periodi "difficili" che hanno caratterizzato il nostro Paese.

Il "sì" di Weber

Weber, rispondendo in conferenza stampa a Strasburgo a chi gli chiede come il Ppe vedrebbe Berlusconi presidente della Repubblica, ha sottolineato che il numero uno di Forza Italia "anche in periodi difficili in Italia, quando aveva molti movimenti populisti intorno, e molti politici in Italia usavano Bruxelles e l'Europa per dare loro la colpa dei problemi dell'Italia, è sempre stato chiaramente pro europeo".

Il presidente del Ppe non ha mai nascosto di ammirare il concetto europeista e l'europeismo proprio del Cav: "È sempre stato molto chiaro nei colloqui privati che ho avuto con lui". Pertanto Weber - tenendo in considerazione anche il fatto che Berlusconi è stato sempre chiaro nel suo approccio a favore dell'Europa ed è riuscito nel tentativo di riportare alcuni movimenti populisti "a un approccio pro europeo" - ritiene che un'eventuale candidatura del Cavaliere per il Colle "sia una considerazione molto ragionevole".

Berlusconi al Quirinale?

La discussione sull'elezione del prossimo presidente della Repubblica entrerà nel vivo in seguito all'approvazione della legge di bilancio: al momento la manovra ha la priorità nell'agenda dei partiti, che però nel frattempo non rinunciano a muovere i primi passi in vista della partita per il Quirinale. Roberto Occhiuto, governatore della Calabria, punta sul Cav come candidato trasversale: "Un'Italia con Mario Draghi alla guida del governo e Silvio Berlusconi al Quirinale potrebbe diventare la guida dell'Europa dopo l'era Merkel".

Per il forzista Gianfranco Rotondi occorre che non sia lui a candidarsi ma che venga candidato dai partiti: tutto il centrodestra potrebbe convergere su quella che "non è una candidatura di bandiera ma la proposta di una personalità che è stata ben quattro volte titolare della guida del governo, senz'altro il politico italiano con il massimo di esperienza nelle istituzioni".

Anche gli alleati non intendono intralciare l'eventuale percorso. Matteo Salvini, leader della Lega, ha puntato l'attenzione sulla necessità di "evitare un presidente palesemente schierato a sinistra". Pure Giorgia Meloni ha giurato fedeltà: la presidente di Fratelli d'Italia è convinta che Berlusconi sia "un'assoluta garanzia sulla difesa della sovranità italiana".

I numeri in Parlamento

C'è chi ha già iniziato a fare i primi conti con il pallottoliere alla mano. Al centrodestra mancherebbero 10 o 15 voti se facesse sponda con Italia Viva. Le fonti da cui attingere preferenze non mancano, soprattutto nel gruppo Misto.

In tal senso non si è nascosto l'ex azzurro Alessandro Sorte, ora deputato del Misto, che ha rivelato come nel suo gruppo potrebbero spuntare diversi voti a favore di Silvio Berlusconi qualora scendesse in campo per il Quirinale: "Lo voterei senza dubbi e penso di poter convincere nel Misto sette-otto deputati a fare altrettanto".

Commenti