
Una cosa è certa, Steve Witkoff non va a Gaza per niente. E sicuramente l'argomento della fame nella Striscia e della fallimentare distribuzione degli aiuti da parte della Gaza Humanitarian Foundation è stato al centro del suo colloquio di ieri con Benjamin Netanyahu. Ma in quel colloquio - definito "assai produttivo" dalla portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt - è stata concordata anche la nuova strategia nella trattativa sugli ostaggi. Secondo alcune fonti, il recente rifiuto di Hamas avrebbe convinto americani e israeliani ad adottare un piano per la liberazione di tutti i rapiti, il disarmo di Hamas e la smilitarizzazione di Gaza. "Non ci saranno più accordi parziali - ha detto una fonte - Hamas ha tagliato i rapporti. Anche Witkoff ha compreso questa realtà".
Una parte importante della missione di Witkoff sarà però la visita di oggi - in compagnia dell'ambasciatore Mike Huckabee - a un centro della Ghf chiamata a sostituire l'Onu nella distribuzione delle razioni alimentari e ad evitare che gli aiuti finiscano ad Hamas. Due obiettivi fin qui mancati. Non a caso Witkoff ha il compito di riferire al presidente "immediatamente dopo" la visita, per consentire l'approvazione di "un piano finale per la distribuzione di cibo e aiuti". Ieri il Meccanismo Un2027 ha notificato che dei 2.010 camion (1.718 del Wfp) con circa 30mila pacchi di aiuti che dal 19 maggio sono entrati nella Striscia solo 260 (il 10%) sono arrivati a destinazione: 1.753 camion sono stati intercettati, "pacificamente da persone affamate o da attori armati con la forza".
A detta del Patriarca di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa la mancanza di cibo e la fame non possono esser negate: "Sono una realtà concreta che colpisce direttamente migliaia e migliaia di persone". Un tema su cui è arduo interpretare la posizione della Casa Bianca. Prima di arrivare in Europa il presidente Usa si era detto "turbato" dalle immagini della carestia. Il giorno dopo aveva aggiunto di essere in disaccordo con Netanyahu sul fatto "che non ci sia fame a Gaza, mi paiono assai denutriti". Ma il richiamo al premier israeliano colpevole di aver bloccato gli aiuti ai civili si è trasformato, nelle ore precedenti l'arrivo di Witkoff, in una requisitoria contro Hamas. "Il modo più veloce per mettere fine alle crisi a Gaza è che Hamas si ARRENDA E RILASCI GLI OSTAGGI" ha scritto su Truth. Una volta di più, la linea di Trump appare assai attenta e bilanciata sul premier israeliano.
La Casa Bianca ha annunciato sanzioni contro il governo dell'Anp accusato di glorificare la violenza nei testi scolastici, di offrire risarcimenti alle famiglie dei terroristi e di "compromettere la pace" nel tentativo di deferire il governo Netanyahu ai tribunali
internazionali. Trump però deve anche tener conto dell'opinione pubblica. Secondo l'ultimo sondaggio Gallup ormai solo il 32% degli americani appoggia l'azione militare israeliana nella Striscia, il dato più basso dal 7 ottobre.