Witkoff, Kushner e l'incontro con i leader di Hamas. E Miriam ha spinto Donald

Decisiva la volontà di trattare con i miliziani Il ruolo della miliardaria ebrea americana

Witkoff, Kushner e l'incontro con i leader di Hamas. E Miriam ha spinto Donald
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Il faccia a faccia con i negoziatori di Hamas, la garanzia che Donald Trump avrebbe garantito personalmente la tenuta del cessate il fuoco, la stretta di mano, la frase fatidica: "Abbiamo un accordo". Col passare dei giorni, emergono nuovi dettagli delle ore decisive che hanno portato all'annuncio dello storico Piano di pace per Gaza. È Axios a raccontare che mercoledì scorso, nelle fasi cruciali del negoziato che era in corso in Egitto, è stato proprio un incontro diretto tra gli inviati del presidente Usa, Steve Witkoff e Jared Kushner e i leader di Hamas a sbloccare l'impasse.

Il timore dell'organizzazione islamista era che Israele, una volta ottenuta la liberazione degli ostaggi, avrebbe ripreso i combattimenti nella Striscia. Per superare l'ostacolo, Witkoff e Kushner, il genero di Trump già tra gli architetti degli Accordi di Abramo, hanno dovuto incontrare di persona i capi di Hamas presenti in Egitto. Il permesso era stato accordato loro direttamente dal presidente, il giorno prima della loro partenza per l'Egitto.

Messaggio trasmesso da Witkoff e Kushner ai mediatori di Egitto, Qatar e Turchia che fino ad allora avevano fatto da tramite. L'eccezionalità della posizione americana va sottolineata dai rischi politici che avrebbe comportato un negoziato diretto con i rappresentanti di un'organizzazione considerata "terroristica" dagli Stati Uniti e nemica di Israele. Unico precedente noto quello di marzo, quando l'inviato della Casa Bianca per gli ostaggi, Adam Boehler, si era incontrato a Doha coi leader di Hamas nel tentativo di ottenere la liberazione dell'ostaggio americano Edan Alexander e i corpi di altri quattro rapiti. Non a caso, Israele era stato tenuto all'oscuro.

Ma la volontà di Trump di "riportare a casa" gli ostaggi è fortissima. Sul presidente pesano anche le pressioni di Miriam Adelson (nella foto), ebrea americana, miliardaria 80enne e grande donatrice della campagna del tycoon. Si è spesa molto in questi due anni per arrivare a un accordo. Trump, nel suo discorso alla Knesset, dove lei era ovviamente presente, l'ha ringraziata pubblicamente.

La necessità di un incontro diretto con Hamas emerge mercoledì sera, quando i mediatori qatarioti informano Witkoff che la trattativa si è arenata. Poco dopo, Witkoff e Kushner si siedono in una stanza con i quattro leader di Hamas coinvolti nei negoziati. Tra questi, anche Khalil al-Hayya, sopravvissuto tre settimane prima all'attacco israeliano su Doha. Witkoff spiega ai funzionari di Hamas che a questo punto della trattativa, gli ostaggi sono diventati "per voi più un peso che una risorsa" e che è ora di procedere con la prima fase dell'accordo e "riportare a casa le persone su entrambi i lati del confine". Al-Hayya chiede se Witkoff e Kushner abbiano un messaggio da parte di Trump. "Il messaggio del presidente Trump è che sarete trattati equamente e che lui sostiene tutti i 20 punti del suo piano di pace, e si assicurerà che vengano tutti attuati", la risposta di Witkoff.

Al termine dell'incontro, i leader di Hamas si recano in

una stanza separata con i mediatori di Egitto, Qatar e Turchia. Pochi minuti dopo, il capo dell'intelligence egiziana, Hassan Rashad, si ripresenta agli emissari Usa: "In base all'incontro appena avuto, abbiamo un accordo".

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