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Uno Zar isolato non esce dall'angolo. Il Dragone cauto per non provocare

La richiesta di arresto condiziona il Cremlino. Il presidente cinese, al di là degli atteggiamenti di facciata, non può permettersi di irritare troppo gli occidentali. Ma i rapporti di forza sono chiari

Uno Zar isolato non esce dall'angolo. Il Dragone cauto per non provocare

Anche se sta facendo tutto il possibile per mostrare il contrario viaggio in Crimea e perfino nella Mariupol rasa al suolo e occupata, incontro con l'alleato cinese Xi Jinping all'insegna del rilancio della sfida all'Occidente Vladimir Putin ha una paura maledetta dell'isolamento internazionale in cui il mandato d'arresto emesso contro di lui dalla Corte dell'Aia rischia di cacciarlo. E la visita a Mosca di Xi è per lui un'occasione preziosissima per mostrare al mondo che nulla è cambiato. Tuttavia, la prima delle tre giornate di quello che comunque è il primo viaggio in Russia del leader di Pechino dopo l'invasione dell'Ucraina di 13 mesi fa, sembra all'insegna di un sapiente equilibrio nei messaggi lanciati da Xi.

Legami stretti con Putin, ribadisce il presidente cinese, ma anche attenzione a non provocare troppo gli occidentali, del cui flusso di denaro ha assoluto bisogno per mantenere la pace sociale in patria; lavoro comune con Mosca per arrivare a «un vero multipolarismo» (cioè alla fine dell'egemonia americana nel mondo), ma almeno a parole rifuggendo dallo spirito della guerra fredda, che la propaganda cinese vuol attribuire unicamente agli americani; promesse di ulteriore sviluppo della partnership strategica con la Russia (se ne parlerà negli incontri di oggi), ma allo stesso tempo con la pretesa di agire da mediatore imparziale tra Putin e Zelensky per arrivare alla pace in Ucraina.

Quest'ultima pretesa cozza brutalmente contro l'indisponibilità occidentale a prendere sul serio il piano di pace preparato a Pechino. In quei 12 punti, hanno detto pressoché all'unisono americani ed europei, non si riscontra altro che l'intenzione di proteggere l'attuale interesse strategico di Putin, che è ben preciso: ottenere una bramata tregua facendola passare per una responsabile concessione, ma in realtà con il duplice obiettivo di portare a casa le conquiste territoriali fin qui colte in Ucraina e di prender tempo per riorganizzarsi in vista di future aggressioni ai danni di Kiev. Su questo punto, Washington è chiarissima: non solo nessuna disponibilità a un cessate il fuoco da parte ucraina adesso (il capo di Stato maggiore Usa generale Austin ha parlato chiaramente di controffensiva entro maggio grazie al riarmo occidentale), ma soprattutto rifiuto esplicito del piano cinese, con il capo della diplomazia Usa Blinken che è arrivato a dire che il mondo non deve farsi prendere in giro da Pechino. Senza dimenticare i due miliardi di euro appena stanziati dall'Ue per munizioni da fornire all'Ucraina.

In questo contesto, la disponibilità a parole offerta ieri da Putin a discutere del piano e la richiesta di Zelensky ai cinesi di usare la loro influenza per spingere il Cremlino alla pace appaiono puramente di facciata. E questo è uno smacco per Xi, che arriva a Mosca fresco del successo conseguito aiutando gli arcirivali Iran e Arabia Saudita a ripristinare le relazioni bilaterali: il presidente cinese tiene molto alla sua immagine di mediatore di successo, ed è arrivato a Mosca sulle ali dello slogan «caldeggiare la pace e promuovere il dialogo». Insieme con Putin, vuole poi estendere l'azione comune a livello globale per indebolire l'egemonia americana, e questo è al momento visibile soprattutto in Africa, ma anche in America Latina.

In Africa, Putin si è proposto come garante ai Paesi messi in difficoltà dal taglio dell'export di cereali ucraini causati dall'invasione, offrendo di compensarlo con maggiori esportazioni di grano russo: ma già in passato certe promesse si sono rivelate impraticabili. C'è poi il problema delle serie limitazioni che il Putin ricercato dalla Cpi avrà a viaggiare all'estero.

Sarà ad esempio interessante vedere come si comporterà il Sud Africa quando ospiterà il prossimo vertice del Brics al quale Putin dovrebbe partecipare: in teoria, le autorità di Pretoria sarebbero tenute ad arrestarlo. Intanto Mosca, forte dell'assenso espresso da Xi, annuncia addirittura proprie indagini contro la Corte dell'Aia.

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