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Zelensky incassa l'appoggio dell'Europa. Meloni: "La Russia faccia la sua parte"

Volodymyr vede Macron e sente i leader. La palla a Mosca: Witkoff da Putin. Il nodo territori e garanzie

Zelensky incassa l'appoggio dell'Europa. Meloni: "La Russia faccia la sua parte"
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Lentamente e tra gli ostacoli qualcosa si muove e continua a muoversi. L'incontro di domenica a Miami tra la delegazione americana e quella ucraina, propedeutico a quello di oggi con la parte russa ha posto delle basi per chiudere il conflitto in Ucraina. E anche se dalle parti della Casa Bianca filtra un moderato ottimismo, i realisti ammettono che c'è ancora molto da fare. Con l'Europa che si muove per evitare il rischio di rimanere per l'ennesima volta con il cerino in mano. Così, Volodymyr Zelensky è volato a Parigi per incontrare il presidente Emmanuel Macron, prima di una videoconferenza con i leader europei e i negoziatori di Usa e Ucraina, Steve Witkoff e Rustem Umerov.

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha partecipato alla riunione, sottolineando "l'approccio costruttivo sempre dimostrato dal Presidente Zelensky" e auspicando che Mosca offra a sua volta un fattivo contributo al processo negoziale ribadendo anche "l'importanza della convergenza di vedute tra partner europei e Stati Uniti quale fondamento per il raggiungimento di una pace giusta e duratura".

È proprio il concetto di pace duratura al centro del dialogo, di pari passo con la questione delle concessioni territoriali che Kiev sarà in qualche modo costretta a fare a Mosca. "Concludere questa guerra in modo degno", ha detto Zelensky da Parigi, spingendo ancora una volta Putin a fare la sua parte: "La Russia deve porre fine a questa guerra che lei ha scatenato, è la sua guerra ed è lei che deve mettere il punto finale". Il leader ucraino ha ribadito che uno dei problemi principali sul tavolo negoziale resta quello relativo ai territori. "Il processo per la definizione di un accordo di pace non è terminato e la questione territoriale è la più difficile da risolvere", ha detto, confermando comunque il cambio di rotta di Kiev passato da un'intransigenza totale a un'apertura condizionata. "Mosca non deve essere ricompensata, lavoriamo perché non ci sia una terza aggressione contro di noi", spiega Zelensky che insiste sulla volontà di incontrare nuovamente faccia a faccia Donald Trump. "Speriamo in una conversazione con il presidente degli Stati Uniti sulle questioni chiave". Ma gli ostacoli non mancano come spiega l'Alta rappresentante estera dell'Ue Kaja Kallas: "È chiaro che la Russia non è interessata alla pace. Mosca vuole negoziare con chi è pronto a dare loro qualcosa, è il loro interesse, ma non dovrebbe essere il nostro".

Secondo Macron, che ieri ha avuto un confronto diretto anche con Trump, "solo l'Ucraina può essere consultata in merito alla cessione di territori alla Russia" anche perché "la Russia non dà alcun segno di voler fermare la guerra. Mentre parliamo di pace, la Russia continua a uccidere e distruggere. È un insulto al diritto e un ostacolo alla pace". Monsieur le president, ha poi ripetuto che "le garanzie di sicurezza per l'Ucraina devono essere discusse con l'Europa e la coalizione dei volenterosi", perché si tratta di una "questione di sicurezza europea". D'accordo, e anche più duro, il Cancelliere tedesco Friedrich Merz che attacca: "Gli europei si opporranno a una pace imposta all'Ucraina. Nessuna decisione riguardante l'Ucraina e l'Europa senza gli ucraini e senza gli europei, nessuna pace imposta alle spalle dell'Ucraina, nessun indebolimento o divisione dell'Unione Europea e della Nato". Anche per questo la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen procede sulla linea dell'utilizzo degli asset russi congelati: "Stiamo avanzando e prevediamo di presentare le nostre proposte legali questa settimana". Anche se il Belgio, che detiene la maggior parte di questi beni, resta scettico: "Rischiamo la bancarotta", ammonisce il ministro degli Esteri Maxime Prévot.

Nel giro dei negoziati, la palla passa alla Russia. Ieri l'inviato di Trump Steve Witkoff ha nuovamente incontrato Umerov per chiarire alcuni punti che restano in bilico mentre oggi sarà a Mosca per incontrare Vladimir Putin.

Un incontro importante non solo perché dall'intransigenza o meno dello Zar dipenderà l'esito positivo dei negoziati ma anche perché lo stesso Witkoff è finito nel mirino per le sue posizioni smaccatamente filo-Russia. E adesso, per arrivare a una svolta, tra un ostacolo e l'altro, non c'è spazio per le ambiguità.

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