Zelensky visita la prima linea. E Putin schiera i riservisti a difesa di raffinerie e trasporti

L'Ue: l'ingresso ucraino realistico entro il 2030. Allarme droni sugli aeroporti di Bruxelles e Liegi

Zelensky visita la prima linea. E Putin schiera i riservisti a difesa di raffinerie e trasporti
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La guerra non ferma l'Europa, ma ne misura il coraggio. Mentre le bombe continuano a cadere nel Donbass e i droni illuminano le notti di Odessa, a Bruxelle si combatte un'altra battaglia, quella per il futuro europeo dell'Ucraina. Una battaglia di voti, mandati e veti, in cui ogni parola pesa come una sanzione e ogni silenzio come una resa. "Chiederemo al Consiglio un mandato per proseguire i negoziati di adesione, anche senza l'unanimità", ha annunciato Marta Kos, commissaria Ue per l'Allargamento. Il riferimento è chiaro: Viktor Orbán, il premier ungherese che tiene in ostaggio l'avanzata di Kiev verso Bruxelles esercitando il diritto di veto. La Commissione tenta ora una manovra di aggiramento: portare avanti il lavoro tecnico, la discussione tra esperti, le tabelle di marcia delle riforme, senza dover ogni volta bussare alla porta di Budapest. D'altronde, i numeri parlano chiaro. Secondo il nuovo rapporto della Commissione Ue, l'Ucraina ha completato lo screening e soddisfatto le condizioni per aprire tre dei sei cluster di adesione, mostrando progressi nelle riforme dello Stato di diritto e dell'amministrazione pubblica. Bruxelles punta a chiudere i negoziati entro il 2028, mentre Kaja Kallas, capo della politica estera, definisce "realistico" l'obiettivo dell'ingresso entro il 2030. E questo non deve far troppo piacere a Mosca se ieri sera gli aeroporti belgi di Bruxelles e Liegi sono chiusi per oltre un ora a causa dell'avvistamento di un corposo gruppo di droni.

Ma a Kiev non si parla solo di tabelle e scadenze. C'è un'altra geografia, fatta di trincee e fango. Zelensky ha lanciato un appello diretto a Budapest: "Ci piacerebbe davvero che il primo ministro ungherese ci sostenesse, o almeno che non ci bloccasse". Parole pronunciate mentre il presidente visitava le prime linee del Donbass, al fianco dei combattenti della Guardia Nazionale "Azov". Sul terreno, dove Mosca ribadisce di non aver condiviso le proprie linee di fronte con Washington, la tensione resta altissima. Feroci combattimenti sono in corso nell'area di Pokrovsk, dove le forze speciali del Gur hanno avviato un'operazione per contenere l'avanzata russa. L'aviazione di Mosca ha colpito con droni le infrastrutture portuali e industriali di Odessa, Kiev ha reagito centrando gli impianti petroliferi russi di Nizhny Novgorod e Baschiria. Non a caso, Vladimir Putin ha firmato una legge che prevede di poter chiamare i riservisti volontari delle forze armate per partecipare a "esercitazioni speciali per proteggere le strutture critiche", che comprendono "infrastrutture energetiche e di trasporto". L'Ucraina intende invece introdurre contratti a tempo determinato per il servizio militare, accanto all'attuale sistema di coscrizione. Le truppe di Kiev hanno inoltre preso di mira Mykolaiv e Dnipropetrovsk con missili e droni: 3 morti, 2 bimbi tra i 12 feriti. Intanto, l'intelligence sudcoreana riferisce che 5mila soldati nordcoreani sarebbero stati dispiegati in Russia da settembre.

Il Consiglio Ue ha approvato una nuova tranche di finanziamenti da 1,8 miliardi, mentre Berlino ha annunciato un incremento degli aiuti economici per il 2026, anche se non invierà i missili Taurus richiesti da Zelensky.

E mentre Putin non parteciperà al vertice del G20 di Johannesburg, dove la Russia sarà rappresentata dal vice capo di gabinetto Oreshkin, Zelensky ribadisce la volontà di collaborare per un'Europa unita, invitando gli Usa a consentirgli l'uso di armi a lungo raggio, considerandolo un elemento chiave per dissuadere Mosca.

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