Milano - Dalle risate sotto i riflettori e tra il pubblico, alla disperata solitudine di un giaciglio di fortuna sui sedili posteriori della propria auto. Anche i comici di professione non riescono a ironizzare sulle «separazione conflittuali». Un'espressione rispettabile dietro la quale si misurano gli insostenibili errori dell'essere imperfetto che è l'uomo. E che condensa in due parole ibride storie complesse di amori andati in pezzi e sofferenze di ogni tipo. Ad esempio quelle che sta vivendo Marco Della Noce, 60 anni il prossimo gennaio, attore e doppiatore cinematografico più noto per la sua interpretazione, sul palcoscenico della trasmissione televisiva Zelig come il capomeccanico Oriano Ferrari. Tuta rossa e passamontagna, addetto ai box del cavallino rampante, in quelle vesti Della Noce sfodera un sorprendente repertorio di aneddoti, raccontati con un accento marcatamente modenese, su Montezemolo, Barrichello e Schumacher, o meglio «Sochmacher» come lo chiama lui, storpiando il cognome del grande pilota iridato con una nota espressione bolognese.
Ieri il quotidiano Il Giorno ha immortalato «il capomeccanico» in un articolo che svela il suo personalissimo inferno di padre separato. Finito in mezzo alla strada, depresso, senza denaro e lavoro dopo che la moglie, da cui si è separato, ha ottenuto i legittimi alimenti per i due figli pignorandogli la partita Iva, il cabarettista non vive più. O meglio, sfrattato dalla propria abitazione di Lissone - comune brianzolo a una ventina di chilometri da Milano - e in condizioni economiche che solo metaforicamente definiremmo «precarie», l'uomo vive a bordo della propria vettura e ha chiesto aiuto ai servizi sociali. E stavolta c'è davvero poco da ridere: il pignoramento gli ha chiuso le porte del lavoro.
«Non potendo lavorare non sono in grado neppure di fare fronte alle richieste di mia moglie alla quale avevo chiesto anche di rivedere il mantenimento viste le condizioni in cui mi trovavo - ha spiegato Della Noce al quotidiano milanese che lo ha intervistato -. Ai giudici ho presentato un ricorso di cui attendo ancora il responso».
E intanto? Come si tira avanti senza prospettive di alcun genere? «Per fortuna ci sono i miei figli ai quali voglio un bene dell'anima - ha dichiarato ancora il cabarettista -. Sono loro la mia vera forza».
Zeppa di sacchetti del supermercato e di zaini in cui l'uomo ha raccolto provvisoriamente tutto quello che ha potuto strappare da casa prima dello sfratto, la sua vettura è parcheggiata in prossimità di un bar ristorante di Lissone, in via Gramsci 44. Il titolare del locale, signor Salvatore, lo aiuta a tirare avanti. E non solo badando che Della Noce si nutra adeguatamente e prenotandogli una stanza in albergo, ma anche accompagnandolo a fare «la terapia», come ci ha spiegato lui stesso ieri pomeriggio. Tra i vari guai che inseguono Della Noce, ce n'è infatti uno meno evidente ma molto, molto insidioso. Il dramma che lo lacera e lo stato di prostrazione mentale in cui è piombato lo hanno costretto a farsi curare al Niguarda.
Il cabarettista sostiene che televisioni e agenzie gli avrebbero «chiuso le porte in faccia». Ma qualcosa che si muove c'è.
Un gruppo di attori e cabarettisti italiani - Stefano Chiodaroli, Francesco Rizzuto, Enzo Polidoro ed Eugenio Chiocchi - si sono messi al lavoro per organizzare una serata, all'insegna dell'allegria, e raccogliere fondi a favore del collega sfortunato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.