Zero sbarchi in tre giorni, poi la fiammata: cresce l'allarme Libia

I numeri degli arrivi sono in linea con l'anno scorso ma pesa lo scontro tra Cirenaica e Tripolitania

Zero sbarchi in tre giorni, poi la fiammata: cresce l'allarme Libia
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Zero, zero, zero, dieci, 86. Non è un numero di telefono o una sigla ma gli arrivi sulle spiagge italiane degli ultimi cinque giorni, nonostante condizioni meteo tutt'altro che proibitive. L'anno scorso negli stessi giorni il dato era molto più alto: 321, 445, 312, 445, 301 le persone sbarcate ogni giorno dal 28 luglio all'1 agosto 2024 secondo i dati del Viminale. La politica anti clandestini del governo, fatto salvo il Protocollo Italia-Albania ostaggio della solita giurisprudenza creativa, dà i suoi frutti grazie agli accordi bilaterali e al pattugliamento del Mediterraneo. Il tributo di morti in mare, drasticamente calato, ne è la prova più lampante. Ma nessuno ne parla, naturalmente.

Al 21 giugno di quest'anno 255 persone hanno perso la vita e 284 risultano disperse lungo la rotta del Mediterraneo centrale dall'inizio dell'anno. Lo scrive su X l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) in Libia. Se parametrate ai 20.803 morti dal 2015, una media di duemila l'anno (con picchi di quasi 5mila nel 2016) si comprende l'equazione dell'esecutivo: meno partenze, meno morti. Sono drasticamente calati anche i minori non accompagnati, finora sono 6.453: alla fine del 2023 erano quasi 19mila.

Certo, a metà 2025 si registra un 9% di arrivi in più rispetto all'anno scorso. Siamo passati da 33.781 dell'1 agosto 2024 ai 36.557: un dato su cui incide la fiammata di partenze dalla Tripolitania nei giorni caldissimi del caso Almasri e nelle settimane successive, quando la regione libica venne contesa alle milizie governative del primo ministro Abdulhamid Dabaiba da gruppi paramilitari legati all'esercito Rada dello stesso Almasri, che Tripoli vorrebbe consegnare alla Corte penale internazionale. Il dato drammatico da quelle spiagge segna un drammatico +67% rispetto all'anno scorso. Come ha verificato l'intelligence, l'instabilità tra le due fazioni e le mire dalla Cirenaica dell'ex premier Haftar (che non ha voluto vedere la delegazione Ue con il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi) potrebbero nuovamente far scattare l'emergenza. Tanto che il premier Giorgia Meloni dopo le visite in Turchia e in Tunisia - da dove le partenze sono crollate a 2.393 contro le 12.052 dei primi sette mesi del 2024 e i 60mila del 2023 - potrebbe tentare un blitz in Libia.

Non è un caso se i due barconi con a bordo 42 e 44 eritrei, etiopi, sudanesi ed egiziani arrivati ieri a Lampedusa e soccorsi dai mezzi di Guardia costiera e Guardia di Finanza siano partiti proprio dai porti libici di Garabulli e Zuwara, quest'ultimo al confine con la Tunisia. Ai soccorritori i clandestini - portati all'hotspot di contrada Imbriacola, dove finora ci sono solo 135 migranti - hanno riferito di avere pagato dai 1.500 ai 7mila dollari per la traversata.

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