Il «politichese» non risolve i problemi

Da alcuni mesi i nostri politicanti discorrono di riforma elettorale: chi la vuole alla francese, chi alla tedesca, chi alla spagnola, chi invoca il «Vassallum», tanto per confondere ancora di più le idee alla gente che non ne può più di queste chiacchiere veramente stucchevoli e improduttive.
Tutti tirano l'acqua al proprio mulino e, pertanto, il sistema che va bene ad alcune forze politiche non va bene ad altre e così via.
È di ieri sera l'ennesimo servizio di «Striscia la notizia» sullo spreco di denaro pubblico (miliardi e miliardi delle vecchie lire) rubato dalle tasche degli italiani per la costruzione di impianti sportivi a Noto ed a Cosenza con tanto di piscine olimpiche, oggi completamente abbandonati, marciti, mai utilizzati. Ed allora la rabbia monta, non c'è una sola valida ragione che possa, in qualche modo, attenuarla, il senso di frustrazione e d'impotenza non ha limiti.
Ma chi sono gli appaltatori e gli appaltanti di quelle vergogne? È stata mai aperta un'inchiesta per appurare chi sono i responsabili?
Ma c'è qualcuno di questi responsabili e malfattori che va in galera? La risposta è univoca: no!
E poi, quasi ogni giorno, ti vengono a fare la morale, ad insegnarti comportamenti etici, a dirti che non pagare le tasse è un crimine, che devi fare sacrifici per il bene del paese, il tutto esternato con atteggiamenti sussiegosi, con braccia conserte, da macroeconomisti. Eppure di fronte ad un paese allo sfascio, dove la democrazia (intesa quale tutela e rispetto dei diritti del cittadino) è ancora lontano, se mai è iniziata, dal venire, dove c'è un Parlamento che privilegia le ferie (ora riaprirà il 15 gennaio, dopo 27 giorni di chiusura) e si riunisce, salvo casi eccezionali, dal martedì (ovviamente alle 17, mai alle 8 del mattino) al giovedì, dove danno qualche centesimo al giorno di aumenti alle pensioni più basse ma ben più robusti per gli emolumenti dei nostri rappresentanti, davanti a tutto questo, il problema essenziale, addirittura di vita o di morte, è diventato la riforma elettorale. Che vergogna.

Pertanto, mi permetto di mostrarmi scettico rispetto al dibattito «dove va l'opposizione», lo ritengo un vacuo esercizio di politichese e mi domando dove andrà a sbattere l'Italia se non si munirà di un governo, non dico autoritario, ma autorevole si.
Tutto il resto è aria fritta.
Cordiali saluti.

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