Pomezia, scongiurata la chiusura della Sant’Anna

Abusi edilizi alla Sant’Anna: scongiurata la chiusura. A 24 ore dall’ultimatum imposto dalla Regione Lazio per il trasferimento dei pazienti ricoverati, il polo ospedaliero di Pomezia rimane aperto. La decisione è stata presa ieri mattina dal prefetto di Roma Carlo Mosca, d’accordo con la Asl RmH, la Pisana, la Provincia di Roma e i vigili del fuoco.
Un provvedimento sofferto, dettato da motivi di ordine pubblico e sanitario. La revoca della concessione regionale per la casa di cura sulla via del Mare era stata firmata dal dirigente del dipartimento sociale della Pisana Alessandro Coreani lo scorso 12 giugno dopo il blitz in corsia dei carabinieri del Nas. Nella relazione i militari parlano di difformità progettuali nella realizzazione dei lavori di ristrutturazione della vecchia ala (dormitorio dei medici di pronto soccorso e archivio). Nulla di allarmante dal punto di vista igienico-sanitario. Ma sufficiente, secondo l’amministrazione regionale, per stracciare la convenzione decennale. E lasciare senza strutture sanitarie, 118 compreso, un territorio di oltre 100mila abitanti, con più di 24mila soccorsi l’anno. A niente vale il ricorso presentato dalla proprietà al Tar del Lazio, respinto senza riserve una settimana fa. Una notizia che mobilita i 250 lavoratori, destinati alla cassa integrazione prima e al licenziamento dopo. Ieri, alla presenza del sindaco Enrico De Fusco, il dietrofront. «La Sant’Anna di Pomezia potrà continuare la propria attività in attesa di ulteriori verifiche» dice soddisfatto al termine del vertice prefettizio.

«Domani (oggi) il prefetto firmerà un’ordinanza con la quale chiederà alla clinica di garantire il pronto intervento e l’emergenza sanitaria - spiega ancora il sindaco De Fusco -, compresi tutti quei servizi correlati, dalle analisi alle radiografie agli ambulatori, senza negare i ricoveri urgenti». Un tavolo tecnico, infine, studierà gli atti necessari per regolarizzare definitivamente la situazione.

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