Da Pomodoro a Botero l’arte viaggia in alto mare

C he cos’hanno in comune la Fondazione di uno dei più blasonati scultori italiani, il milanese Arnaldo Pomodoro, e una compagnia di navigazione? Apparentemente nulla, anche se la storia insegna che mecenatismo e collezionismo si manifestano spesso nelle forme più strane. In questo caso fu amore a prima vista quello che nel 2006 convinse la storica compagnia di Costa crociere ad istituire un premio speciale per la giovane scultura nell’ambito della rassegna di Fondazione Pomodoro. Un sodalizio fondato su una scommessa: rilanciare un genere artistico, la scultura appunto, a rischio dimenticatoio, promuovendo i giovani talenti e mettendoli a confronto con i grandi maestri internazionali. L’ultimo concorso, concluso nel maggio dell’anno scorso, fu vinto dal giovane artista lombardo Marco Chiesa che ha ottenuto un premio di 5000 euro per la sua scultura «il Ponte blu», uno stravagante tappeto volante che campeggiava sospeso nel grande spazio del capannone di via Solari. L’edizione precedente era stata invece aggiudicata dalla bergamasca Laura Renna, classe 1971.
Ora tutto è pronto il bando per l’edizione 2010, in attesa della selezione degli artisti rigorosamente under 40, che verranno messi in mostra a Milano. Anche per la nuova edizione, il riconoscimento della compagnia genovese andrà all’opera «che meglio riesce a dar forma ai sogni e alle necessità di nuove conoscenze e nuovi itinerari».
L’interesse di Costa per l’arte e l’architettura è di vecchia data e in questi anni si è espressa, oltre nel premio Pomodoro, con la commissione di opere contemporanee ad artisti affermati o neolaureati nelle accademie italiane; oltre che nella sponsorizzazione di mostre. Le opere commissionate agli artisti vengono invece esposte permanentemente sulle navi della flotta: ognuna ne ospita fino a 400. Per l’ultima nave appena varata, è stata acquisita una monumentale scultura di Botero di tre metri per ottanta («Donna sdraiata») che ora campeggia in bella vista sul ponte.
«La nostra -dice il presidente Pierluigi Foschi- è una filosofia che va oltre il concetto di collezionismo, comune a molte altre grandi aziende, banche comprese. L’obbiettivo è di recuperare il senso più autentico del mecenatismo allo scopo di promuovere e valorizzare l’arte internazionale. Non è un caso che ci avvaliamo di curatori e critici che hanno il compito di rendere la collezione di ogni nave una testimonianza storica dell’evoluzione dell’arte contemporanea e del design internazionale degli ultimi sessant’anni».
Questa sorta di musei galleggianti espongono lavori di diversi linguaggi, dalla scultura alla pittura, dalla grafica alla nuova fotografia. Nella collezione non mancano artisti «storicizzati» come Arman, Massimo Campigli, Emilio Tadini, Lucio Del Pezzo, Milo Manara, Omar Galliani. Ma anche molti giovani. «Il nostro sodalizio con Milano -continua Foschi- si manifesta anche con la presenza a bordo di una nutrita presenza di opere di maestri dell’Accademia di Brera».

Ovviamente sui ponti esterni sono esposte solo sculture in bronzo, in grado di resistere alle intemperie e soprattutto alla salsedine. All’appello manca ancora una grande scultura del maestro Pomodoro; ma, sembra, ancora per poco...

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